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Robert De Niro in "Zero Day"
Roma, 20 febbraio 2025 _ «Succederà di nuovo». Un messaggio apparso sullo schermo degli smartphone di ogni cittadino americano dopo un blackout informatico durato una manciata di minuti. Un attacco capace di paralizzare gli Stati Uniti, mandare fuori uso il traffico aereo e ferroviario e causare oltre tremila vittime. Un atto terroristico, non c’è dubbio. Ma per mano di chi?
Per scoprirlo la presidentessa Evelyn Mitchell con il volto di Angela Bassett chiede aiuto all’ex inquilino della Casa Bianca George Mullen, un Robert De Niro alla sua prima grande prova sul piccolo schermo in ‘Zero Day’, serie tv dal 20 febbraio su Netflix in cui il ritmo del thriller si intreccia con il genere politico cospirazionista. Diretta da Lesli Linka Glatter (già regista di altre serie di spessore come ‘Mad Men’ e ‘Homeland’ fino alla più recente ‘Love & Death’), ‘Zero Day’ è creata da Eric Newman e da una coppia di giornalisti politici, il corrispondente del ‘New York Times’ Michael Schmidt e l’ex produttore della NBC Noah Oppenheim. Questo permette alla serie di avere uno sguardo più interno e verosimile del mondo che racconta. Dagli effetti collaterali di vivere in un mondo interconnesso ai troll di estrema destra in tv che avvelenano i pozzi (mediatici) passando per le complesse dinamiche politiche che legano Congresso e Casa Bianca fino a disordini civili, complottisti, retorica radicale, disinformazione e miliardari sociopatici possessori di app (vi ricorda nessuno?).
Quello raccontato dalla serie è un Paese allo sbando attraversato da così tante diverse anime in contrasto le une con le altre da sembrare in guerra con se stesso. Veterano del Vietnam, capace di ottenere consensi bipartisan, patriottico («Dovremmo difenderci e aiutarci a vicenda, siamo americani»), l’ex presidente Mullen è un uomo per bene, uno di quelli che ha veramente a cuore gli Stati Uniti e le vite dei suoi cittadini. Ma per alcuni, compresa la figlia eletta al Congresso Alexandra (Lizzy Caplan), appartiene a un mondo che non esiste più e non ha i mezzi per capire il nuovo. Per questo quando viene messo a capo di una Commissione dai poteri straordinari considerata un «affronto alle libertà dei civili» per il potere decisionale che detiene, lo invita a fare un passo indietro. Mullen, però, non ci sta e tira dritto per la sua strada per scoprire la verità. Una delle parole, insieme a «libertà», più pronunciate nel corso della serie.
«Avevo l’idea di un presidente di cui ci si fidava, che era benvoluto e che diceva la verità il più possibile. Una persona che cerca di essere schietta. Che non ha altri programmi se non quello di fare la cosa giusta», ha dichiarato De Niro, qui anche produttore esecutivo, al ‘Guardian’. E, sebbene si tratti di intrattenimento, è palese come il suo George Mullen sia una risposta a Donald Trump che l’attore ha più volte apostrofato in pubblico con epiteti tutt’altro che lusinghieri. Il primo presidente a sedere nello Studio Ovale come «criminale condannato» per il caso Stormy Daniels, l’ex pornostar di cui il tycoon ha pagato il silenzio nel 2016 perché non rivelasse la loro relazione di dieci anni prima. Ben 130mila dollari registrati come «spese legali» nei documenti della campagna elettorale.
‘Zero Day’, al netto di qualche passaggio prevedibile e qualcun altro eccessivo, è un racconto che pone al centro il tema della verità attraverso il dilemma che attraversa i suoi personaggi interpretati da un cast di prim’ordine che spazia da Jesse Plemons a Joan Allen passando per Bill Camp, Gaby Hoffmann e Matthew Modine. «La verità è la verità, ma non sempre è la cosa più importante» sottolinea la presidentessa di Angela Bassett parlando del bene comune e di quelle bugie a volte necessarie. Ma «scegliere di fare la cosa giusta - ci ricorda Mullen - è un’occasione per salvare il Paese».