Trieste, 1 giugno 2024 - La zecca marginata o gigante - nome scientifico Hyalomma marginatum - è stata trovata sul Carso triestino. Ne danno notizia i ricercatori del Museo Civico di Storia Naturale di Trieste. Che scrivono di una “presenza abbastanza cospicua” di questa nuova specie.
Da dove arriva la zecca marginata
Sottolineano gli scienziati: “Singoli esemplari di questa zecca originaria di ambienti caldi e secchi del Mediterraneo meridionale, erano già stati rilevati in passato, portati dagli uccelli migratori o dal commercio di bestiame, ma sinora gli inverni freddi avevano scongiurato l’insediarsi di popolazioni locali”.
La zecca gigante e il cambiamento climatico
Anche questa novità, quindi, deve fare i conti con il cambiamento climatico, che “ha annullato le prolungate gelate invernali sul Carso; ciò con ogni probabilità ha consentito l’insediamento di popolazioni della zecca marginata, attualmente ritrovate soprattutto nella parte orientale della provincia di Trieste”.
Come si riconosce la zecca marginata
La zecca marginata, chiariscono i ricercatori, “è più grande della classica zecca dura (o zecca dei boschi) ma le sue caratteristiche da tenere ben presenti sono altre: la zecca marginata non abita erbe alte e umide, ma zone aperte assolate con erbe corte e pietre, la tipica landa carsica”.
La zecca gigante insegue le prede
C’è soprattutto una peculiarità che rende questo parassita davvero pericoloso: “Le zecche marginate non aspettano passivamente gli animali (e gli umani) su cui attaccarsi, ma si avvicinano a loro e li inseguono per alcuni metri anche lungo i sentieri. Per fortuna, essendo più grandi e più mobili sono molto più facili da osservare e togliere”.
Liberarsi dalle zecche, gli errori da evitare
Ma come liberarsi dalle zecche? Fnomceo – la Federazione degli ordini dei medici – ha interpellato su questo punto un’esperta, Roberta Villa, che raccomanda: “Del tutto inutile inumidire la testa di un fiammifero e disegnare con questa dei cerchi intorno alla zecca per attirarla fuori dalla pelle e poterla poi eliminare”.
E “non serve nemmeno ricoprire la zona in cui si trova la zecca con smalto per le unghie o vaselina per impedire il passaggio di aria e quindi soffocarla: in realtà il fastidioso parassita è in grado di sopravvivere per ore senza respirare aria fresca, per cui anche questo sistema, come tutti quelli che prevedono di smuovere la zecca o toglierla con le dita, sono da evitare. Il rischio è sempre quello di schiacciarla o di staccare la testa dal corpo, asportandone solo una parte e facilitando un’eventuale infezione qualora la zecca sia portatrice di microrganismi patogeni come protozoi, batteri o virus. Allo stesso modo sono da evitare alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi”.
Allora qual è il metodo migliore? “Una pinzetta dalle punte sottili”.
Le malattie che possono trasmettere le zecche
Ha fatto molto parlare il lungo post con cui la modella Bella Hadid aveva raccontato la malattia di Lyme, presa proprio da una zecca.
Ma questa non è l’unica patologia. Chiarisce ancora Villa: “Le più comuni infezioni che si possono prendere in Italia e in Europa da una zecca dei boschi (Ixodes ricinus) sono la meningoencefalite o encefalite da zecca (TBE, tick borne encephalitis), il cui virus è stato identificato per la prima volta in Italia nel 1994 in provincia di Belluno e nei confronti della quale è disponibile un vaccino”.