Domenica 24 Novembre 2024
MARCO MANGIAROTTI
Magazine

X Factor nella Sierra, la sfida dei (Trap)autori

Il duo romano è il più votato dal pubblico giovanile: "I nostri genitori ci hanno regalato la passione per i grandi cantautori"

Giacomo e Massimo de La Sierra: in gara con Davide Rossi, Sofia Tornambenee i Booda

Giacomo e Massimo de La Sierra: in gara con Davide Rossi, Sofia Tornambenee i Booda

Milano, 11 dicembre 2019 - Sfida aperta alla finale di X Factor. Domani sera al Forum di Assago su Sky Uno (ore 21,15), Tv8 e Now TV, Booda, Davide Rossi, Sierra e Sofia Tornambene si giocano quasi alla pari la vittoria, Robbie Williams duetterà con loro, Ultimo e Lous and the Yakuza sono gli altri ospiti della finale. Sofia, talento intimo perfetto per il pubblico colto generalista, Sierra i trappautori più votati finora dal pubblico giovane, Davide, entertainer soul funk di gran classe e i tellurici Booda sono portatori di musiche credibili. E ieri hanno parlato al Forum di loro e dei loro progetti.

Parola ai Sierra, il progetto che più mi ha incuriosito. «Vincere o no non è il vero traguardo, l’obiettivo è trovare un nostro posto nel mercato». Sono tre passi avanti, rispetto ai Booda, power trio da live, alla crescita consapevole di Sofia cantautrice e all’evoluzione di Davide. Romani (Roma Nord?), età intorno ai 25, già una portante esperienza di musicisti, autori e produttori (il futuro) alle loro spalle, i Sierra hanno dimostrato di essere, nel loro piccolo, musicisti, cantanti, arrangiatori. Inaspettato il loro duetto classico al pianoforte nel Daily. Molto li ha aiutati il giudice Samuel. Inizia Giacomo. «La musica ce l’hanno cosnegnata i nostri padri. Il mio, tastierista, facendomi ascoltare Beethoven e gli Earth, Wind & Fire, Joe Zawinul (non solo Weather Report , ndr). A 14 anni mi sono interessato alla batteria. Suonavo metal. Anche Massimo ha studiato batteria e questo ci ha aiutato molto. Come i cantautori, Lucio Dalla e Fabrizio de André, Francesco De Gregori e Antonello Venditti, Pierangelo Bertoli e Franco Battiato. Anche se poi scriviamo cose diverse».

E qui il discorso si fa molto interessante. Trappautori? «Noi abbiamo coniato il termine di autotrap per definire una trap d’autore nei testi, una differenza. Se molti trapper italiani ostentano concetti materialisti, noi cerchiamo più equilibrio, con temi più ampi e interiori». Meno Rolls Royce e più anima. «Un’altra influenza forte viene dal mondo House e Tecno, ci hanno insegnato che basta comprare un computer, du’ casse e una scheda audio per fare musica in casa (a Roma si fa rap in ogni palazzo). Io ho anche studiato al Saint Louis College of Music, triennale di fonia, e abbiamo aperto uno studio con Massimo». Riflessioni di due che sanno cantare sull’Auto Tune. «È uno stile e un facilitatore su certe basi di synth. Salmo non lo usa, noi per decorare. L’abbiamo fatto provare anche a Sofia». Massimo pensiero. «Seguo la filosofia della medusa, faccio scorrere gli eventi, imparo le cose da autodidatta, come il pianoforte. I genitori mi hanno regalato i cantautori, tutti i grandi, che mi hanno lasciato una luce dentro». Il singolo Enfasi è un manifesto del loro linguaggio. Da trapper per caso. «Siamo diversissimi, io inizio a buttare giù idee la mattina, dopo il caffè, tutti i giorni. Mi diverto. E la sera le porto a Giacomo». Li aspettiamo in concerto con un duo al piano di classic trap.

Pillole. Davide Rossi, 22 anni di Rieti, giudice Malika. «La vera vittoria è stata la semifinale, quella di giovedì sarà solo una festa, poi cercherò la mia strada, voglio studiare inglese, perfezionare pianoforte e scrivere canzoni mie». Booda, giudice Samuel. «Abbiamo tante idee e soprattutto abbiamo lavorato tanto per cucirci addosso la dimensione di banda live: è il contatto con il pubblico che vogliamo». Sofia Tornambene, 17 anni, giudice Sfera Ebbasta. «Questa esperienza mi ha sbloccato (anche il taglio dei capelli), liberando la mia personalità; vorrei scrivere i miei brani e collaborare con altri artisti e poi ancora studiare. E trasferirmi a vivere a Milano, poi vedrò».