Lunedì 24 Febbraio 2025
BEATRICE BERTUCCIOLI
Magazine

Vittoria Puccini: "L ’emozione del Belcanto"

Da stasera su Raiuno la serie in quattro puntate "L’arte è una cura per le persone e per l’umanità".

Da stasera su Raiuno la serie in quattro puntate "L’arte è una cura per le persone e per l’umanità".

Da stasera su Raiuno la serie in quattro puntate "L’arte è una cura per le persone e per l’umanità".

Maria sopporta in silenzio le cinghiate del marito, ferma nel suo proposito di fuggire da Napoli con le sue due figlie, Antonia e Carolina. Vuole arrivare a Milano dove sogna che Antonia, a cui ha fatto studiare segretamente canto, possa arrivare a calcare i palcoscenici più importanti e ripone in quella figlia le sue speranze di riscatto e di una vita migliore. Giunte nell’autunno del 1847 in una Milano attraversata da fermenti insurrezionali, le tre donne dovranno però fare i conti con una realtà, anche quella del mondo dell’opera, costellata da lotte di potere, invidie, gelosie. È Belcanto, una serie in onda in quattro puntate su Raiuno da stasera, regia di Carmine Elia. Intessuta di arie d’opera tra le più famose, parla di melodramma e ne evoca anche, in qualche maniera, stile e toni. Maria è Vittoria Puccini, felice di tornare a interpretare una serie in costume dopo quell’esordio con Elisa di Rivombrosa che nel 2003 la rese di colpo popolare.

Vittoria, una donna e una madre particolare questa Maria.

"All’inizio Maria è una donna molto dura, spregiudicata. Ha un rapporto molto difficile con la figlia minore, Carolina, mentre ha una evidente predilezione per la figlia maggiore, Antonia, convinta com’è che diventerà una famosa cantante lirica e grazie a questo potranno vivere la vita che meritano".

Una madre che proietta sulla figlia più grande il suo desiderio di rivalsa.

"All’inizio, quando ho iniziato a pensare a come costruire il personaggio, mi è venuto in mente come ispirazione anche il papà di Agassi (Andre Agassi, ex tennista statunitense ndr). È un tema di questa storia: ovvero, quanto ciò che fa un figlio, è il risultato di un’aspirazione che in realtà è del genitore e che il figlio finisce per accogliere e fare sua, magari anche in modo inconsapevole. Credo che sia una questione con la quale i genitori si confrontano quasi tutti i giorni. Succede anche a me".

La serie parla del melodramma e, in qualche modo, ne riflette anche lo stile.

"Con il regista ci siamo detti, andiamo dentro alle emozioni, viviamole, rappresentiamole, con coraggio, con forza, perché il melodramma questo richiede. E mostriamo come l’arte possa essere anche salvifica, una cura per le persone e per l’umanità".

Felice di tornare a interpretare una serie in costume?

"Felicissima. Mi piace molto fare film in costume e i film in costume mi piacciono moltissimo anche da spettatrice, perché ti fanno sognare, ti portano immediatamente in una dimensione che è altra rispetto alla nostra quotidianità".

Nella serie si vede Maria vittima di un marito violento. Oltre centocinquanta anni dopo i fatti raccontati, la violenza sulle donne è ancora una realtà. Un dramma che lei affronta con l’associazione Una, nessuna, centomila.

"Purtroppo siamo ancora a parlare di violenza sulle donne, di femminicidi. Come associazione Una, nessuna, centomila portiamo avanti molte iniziative, dai fondamentali presidi antiviolenza all’educazione sentimentale nelle scuole. È una battaglia che deve coinvolgere tutti, anche la donna che pensa “A me non capita“ o l’uomo che dice “Io non sono così“. È una rivoluzione culturale che va fatta tutti insieme".

Certo Puccini è un cognome perfetto per l’interprete di una serie sul belcanto.

"In effetti penso che mi abbiano scelta solo per questo... A parte gli scherzi, c’è un albero genealogico in cui è testimoniata la parentela del mio bisnonno paterno con Puccini. In realtà è un falso. Il fatto è che il mio bisnonno paterno voleva sposare una contessa ucraina ma la famiglia di lei era contraria perché il mio bisnonno non aveva origini nobili. Quindi lui si era inventato una parentela con il grande compositore per accrescere il prestigio della sua famiglia. Funzionò e riuscì a sposare l’amata contessa".