La possibilità che gli ingredienti chiave per la nascita della vita sulla Terra siano arrivati dallo spazio è qualcosa di cui la scienza discute da tempo. Uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications rende ora questo scenario molto più concreto, dopo il ritrovamento di due elementi essenziali per la formazione di DNA e RNA all'interno alcuni frammenti di meteorite. Cerchiamo di capirne di più.
Come sono fatti gli acidi nucleici
Il DNA e l'RNA sono le molecole che trasmettono l'informazione genetica da un organismo all'altro. La loro struttura fa affidamento su
cinque "mattoncini" organici, chiamati basi azotate: la doppia elica del DNA contiene adenina, citosina, guanina, timina; mentre nell'RNA, che ha la forma di una singola elica, la timina è sostituita dall'uracile. Ricerche precedenti avevano documentato la presenza di
tre basi su cinque in vari detriti di natura extraterrestre, ma finora erano sempre mancate all'appello la citosina e la timina.
Basi azotate nascoste
Partendo dall'osservazione che per via della loro maggiore fragilità la citosina e la timina possono risentire delle tecniche di rilevamento tradizionali, gli scienziati hanno messo a punto un
approccio alternativo più delicato, affiancando l'uso di strumenti analitici particolarmente sensibili. Lo hanno sperimentato su tre condriti carboniose, una specifica classe di meteoriti rocciose, riuscendo a
individuare con successo le due basi mai rilevate prima, ossia la citosina e timina. "Ora abbiamo prove che l'intero set di basi azotate potrebbe essere arrivato sulla Terra quando è emersa la vita", ha affermato il ricercatore della NASA Danny Glavin, coautore dello studio.
Vita dallo spazio, ma non nello spazio
Gli scienziati hanno spiegato che per quanto alcuni antichi corpi celesti portassero con sé delle basi azotate, è molto difficile che polimeri complessi come il DNA o l'RNA abbiano
preso forma nello spazio. La scoperta avvalora piuttosto l'ipotesi che questi ingredienti abbiano avuto origine extraterrestre, e che una volta giunti sul nostro pianeta siano poi stati sfruttati dalle
forme di vita emergenti. L'equipe ha inoltre aggiunto che la nuova tecnica potrà essere utilizzata per ottimizzare le analisi dei campioni che ci verranno restituiti in futuro dalle sonde in missione per esplorare gli asteroidi, come Hayabusa2 e OSIRIS-Rex.