Fresca del successo di 'The Old Guard', il film attualmente più visto su Netflix, la regista Gina Prince-Bythewood ha agguantato un nuovo lavoro: si intitola 'The Woman King', ha per protagonista la premio Oscar Viola Davis ed è ispirato alla storia vera dell'esercito di donne guerriere che nel XVIII e XIX secolo difendevano il Regno di Dahomey, nell'attuale Benin, in Africa occidentale, dando battaglia ai colonialisti francesi e agli invasori dagli stati confinanti. Il nome di questa milizia era Mino, ma gli europei preferivano la definizione di "amazzoni di Dahomey" (tra l'altro, curiosità: sono ispirate a queste guerriere le Dora Milaje, cioè le guardie del corpo di Black Panther nell'omonimo film Marvel).
The Woman King, il film
La trama racconta di Nanisca,
generale delle Mino, e di sua figlia Nawi mentre affrontano sul campo le truppe francesi, intenzionate ad annettere il Regno di Dahomey al loro impero coloniale.
Secondo quanto rivelato dal magazine Variety, Nanisca sarà interpretata da
Viola Davis, che ha vinto un Oscar grazie al film 'Barriere' ed è stata candidata altre due volte, per 'The Help' e 'Doubt'. Voci di corridoio dicono che la figlia Nawi potrebbe avere il volto di
Lupita Nyong'o, anch'essa vincitrice di un Oscar con '12 anni schiavo' e vista pure in 'Black Panther' e 'Noi'.
Ancora mancano indicazioni sull'inizio delle riprese e dunque sull'uscita nelle sale cinematografiche: in entrambi i casi la regista
Gina Prince-Bythewood deve fare i conti con l'evoluzione della pandemia di Coronavirus, che sta tenendo in scacco la produzione cinematografica mondiale.
Ci saranno gli aspetti controversi della storia vera?
Viola Davis, che produce 'The Woman King' attraverso la sua JuVee Productions, ha affermato di essere "entusiasta di raccontare al mondo la vicenda incredibile delle
donne guerriere di Dahomey: è tempo che occupino il ruolo che spetta loro all'interno della storia". Insomma, pare che l'intenzione sia di glorificare il ruolo di certe africane, che oltre a impegnarsi in battaglia avevano un ruolo politico nella gestione del regno.
Gli studiosi dell'Africa coloniale insegnano però che esisteva un corpo di
prostituti maschi al servizio delle esigenze delle soldatesse e che per gran parte dei secoli XVIII e XIX il Regno di Dahomey fu il
cuore della tratta atlantica degli schiavi: si calcola che abbia fornito agli europei quasi il 20% di tutti quelli portati nelle Americhe, che venivano catturati e detenuti anche con l'aiuto dell'esercito di Dahomey. Al momento non è dato sapere se 'The Woman King' ne parlerà e in quale modo, ma sarà interessante scoprirlo.
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