Martedì 16 Luglio 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Vinicio Marchioni: "Recitare è un grande regalo. Scrivere è ombra e solitudine"

Il momento di grazia dell’attore: al cinema protagonista con Cortellesi e Virzì. E al debutto in libreria con il romanzo, ruvido e lirico, dal titolo “Tre notti“ .

Vinicio Marchioni: "Recitare è un grande regalo. Scrivere è ombra e solitudine"

Vinicio Marchioni: "Recitare è un grande regalo. Scrivere è ombra e solitudine"

Ha scritto un libro. Ci ha messo dentro i destini delle persone, la sconfitta che ti si attacca alla pelle come una condanna. Ha scritto un libro; e non si parla di cinema, se non qua e là, quasi per sbaglio. Si parla di vita, si parla di morte. La morte è quella che trasforma tuo padre, l’uomo forte che portava calce e mattoni, in un legno secco sopra una sedia. Il tuo eroe è un vegetale, con gli occhi aperti, ma senza più uno sguardo.

Lo scrittore al debutto con Tre notti (Rizzoli) è Vinicio Marchioni, di mestiere attore, uno dei più interessanti nel panorama italiano. La popolarità raggiunta con il ruolo del Freddo nella serie Romanzo criminale, tanto teatro e tanto cinema. Tra il 2023 e questi ultimi mesi, tre punti esclamativi nella carriera. Era l’unico personaggio maschile dall’animo puro in C’è ancora domani di Paola Cortellesi. Poi lo abbiamo visto, macho sprezzante, in Un altro Ferragosto di Paolo Virzì, e nel ruolo del patriarca Florio ne I leoni di Sicilia, serie tv (su Disney+) diretta da Paolo Genovese e tratta dal bestseller di Stefania Auci.

Alla soglia dei cinquant’anni – 49 il prossimo 10 agosto – Vinicio Marchioni vive un momento di grazia. All’Ortigia Film Festival, nel cuore di Siracusa, ha presentato il suo romanzo. Il suo viaggio nel furore e nel dolore di un ragazzo negli anni ’90. Un libro. ruvido, lirico e violento. E generoso. C’è sempre una parola che stacca i piedi da terra: "Il padre stava lì, come un oggetto qualsiasi sta dentro una stanza"; "Una disperazione che aveva smesso di dare scosse elettriche"; "Chi sei tu, se tuo padre non ti vede?".

Vinicio, che tipo di esperienza è stata scrivere un romanzo?

"È come prepararsi per una scalata enorme, o per un combattimento di pugilato. Ci sono giorni che vorresti mollare, pensi che non ce la farai ad arrivare in fondo, è veramente troppo dura".

La solitudine è dura?

"Sì. È una solitudine più forte di quella dell’attore, che almeno convive con la visione del regista. Nella scrittura, sei soltanto in compagnia delle tue ombre".

Ha sempre desiderato scrivere?

"Sì, ho sempre saputo che la scrittura avrebbe fatto parte della mia vita. Ho sempre scritto taccuini di appunti: come quelli di questo romanzo, che ho trovato durante un trasloco, dopo dieci anni".

Quali autori ha sentito come compagni di viaggio, in questo percorso solitario?

"Kerouac, Bukowski, Pasolini. Ma anche Dostoevskij, Camus, Cechov, Turgenev".

Il New York Times incorona Elena Ferrante, e si torna a parlare di scrittori italiani. Ne sente vicino qualcuno?

"Elena Ferrante è di sicuro fra le autrici che amo. Ma anche Domenico Starnone, Sandro Veronesi, Paolo Cognetti. E Silvia Avallone, Rosella Postorino, Chiara Valerio: le scrittrici ci stanno regalando scoperte meravigliose. Abbiamo bisogno di donne che illuminino questi tempi grigi e confusi".

In questi tempi grigi e confusi ha girato un film con un maestro del cinema d’autore, Antonio Capuano...

"Abbiamo appena finito le riprese, con Teresa Saponangelo. Il film si chiama Hungry Bird. Lo considero un grande regalo che la vita mi ha fatto. Capuano è un maestro, un Pasolini del nostro tempo, una delle persone più vere e pure al mondo: un uomo meraviglioso, semplicissimo e visionario, che a 83 anni ha l’incoscienza dei dilettanti. Ti cambia il modo di vedere il tuo mestiere, e di proteggerti per mantenere la verità".

Ha un obiettivo, a questo punto della vita, della carriera?

"Non mi aspetto mai niente. Quando arrivano cose bellissime te le prendi: se non arrivano, va bene lo stesso. So che si scrive sempre sulla sabbia, e che ogni lavoro significa ricominciare da capo. L’unica cosa importante è stare bene con se stessi. E ciò che faccio mi fa stare bene con me".