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Menu della vigilia di Natale: la carne si può mangiare? Ecco i piatti tipici da nord a sud

C’è chi festeggia al pranzo di Natale e chi (anche) alla Vigilia: usanze, abitudini e tradizioni culinarie in Italia, tra Nord, Centro e Sud

Roma, 24 dicembre 2023 – Una delle caratteristiche che più unisce l’Italia e i suoi abitanti è sicuramente quella legata alle proprie tradizioni nei menù e su cosa mangiare nelle feste. Ci sono usanze diverse, in base alle proprie preferenze e origini. Esistono usanze che vengono tramandate negli anni, addirittura di generazione in generazione. Una di queste è legata alla preparazione dei piatti per la vigilia di Natale. E, proprio legato a quelle ore, è l’interrogativo: la carne è “vietata”?

Vigilia di Natale - Crediti iStock Photo
Vigilia di Natale - Crediti iStock Photo

La carne alla Vigilia di Natale: si può?

Il quesito non è così scontato e ha le sue origini fin dall’antichità. Partiamo dalla base: non c’è nessun ‘divieto’ di consumare carne il 24 dicembre. La sera, però, è abitudine consumare pesce o formaggi evitando, se possibile, carne bianca o rossa. In alcuni casi si fa addirittura riferimento al Vangelo e alle scritture che invitano ad evitare quei tipi di piatti. Ma più che altro si tratta solitamente di una usanza popolare che ha preso piede, negli anni, fino a diventare abitudine.

E la Chiesa cosa dice? Se vi steste domandando se ci sono particolari fioretti da seguire in quelle ore, vi diciamo subito di no. Non è così. Nel 1917, il Codex Iuris Canonici aveva segnato l’astinenza dalla carne e anche il digiuno nei giorni della vigilia delle solennità di Pentecoste, dell’Assunta, di tutti i Santi e del Natale. Questo, quindi, includerebbe anche il 24 dicembre. Ma, successivamente, la Costituzione Apostolica Paenitemini, siglata nel febbraio 1966 da Paolo VI, abbandonò queste indicazioni, e definì, solamente, come regola, che il digiuno fosse necessario il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo, e l’astinenza dalla carne tutti i venerdì dell’anno, ma non più nelle vigilie. Quindi, nell’ambito della religione cristiana, non è più presente alcun divieto legato al consumo di carne in questa precisa giornata. Inoltre, è specificato che si è tenuti al digiuno solamente dai 18 ai 60 anni. Chi è over 60, non è più tenuto od obbligato a seguire questo richiamo cristiano.

L’avvicinamento al pesce e ai formaggi è più simbolico, legato all’immagine del giorno ‘magro’. Si dovrebbero quindi evitare quei piatti considerati sontuosi, troppo cari. E, per assurdo, il pesce – nell’ideale – è qualcosa che potrebbe sostituire la carne. Anche se, ormai, è spesso il contrario ed è proprio il pesce ad essere – economicamente – un piatto più ricercato e caro per le tavole.

Cene delle Vigilia tra Nord e Sud: piatti tipici e usanze gastronomiche

A livello di usanze e tradizioni, al sud c’è molta più attenzione alla cena della Vigilia e anche al consumo di pesce. Ad esempio in Campania il menù del 24 dicembre spesso è a base di pesce. Invece la carne sarà protagonista assoluta del pranzo di Natale. Ha radici lontane questa abitudine, addirittura legata al cuoco e letterato napoletano Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino. Proprio lui, nel suo celebre "Trattato sulla cucina teorico-pratica", uscito nel 1837, aveva scritto “Per la Vigilia de lo Santo Natale ce vonne vruoccoli zuffritti co l’alice salate, vermicielli co la mollica de pane e vongolelle o pure zuffritti co l’alice salate, anguille fritte, ragoste vollute co la sauza de zuco de limone, e uoglio, cassuola de calamarielli e seccettelle, pasticcio di pesce, arrusto de capitone e struffoli”.

Ancora oggi, tra i piatti più cucinati e consumati in Campania risultano essere proprio i broccoli, i vermicelli con le vongole, il capitone e gli struffoli. Tradizioni spesso ancorate che vengono riprese come menù in famiglia. Vi riportiamo alcuni comuni piatti che potete trovare nelle cucine e nelle sale da pranzo di Napoli: la pizza di scarole con il suo saporito ripieno di olive, acciughe, pinoli e uvetta. Poi ci sono alici marinate e la tipica insalata di polpo. Quasi fissi gli spaghetti alle vongole. Come secondo è facile trovare, nei menù, spigole e orate al cartoccio o all'acqua pazza, il fritto di calamari - obbligatoriamente fatta proprio in quel momento, durante la consumazione della cena, per non perdere croccantezza -, ma di certo non mancherà il capitone o il baccalà fritto. E prima degli struffoli, ecco l’insalata di rinforzo (composta da cavolo bollito, acciughe, olive e papaccelle).

Una curiosa differenza, sempre a livello di abitudini e usanze gastronomiche, è proprio legata all’importanza tra la Vigilia e il giorno stesso di Natale. In numerosi Paesi del mondo, proprio la sera del 24 dicembre è dedicata allo scambio di regali, allo scoccare della mezzanotte. Tale usanza è facile da ritrovare nel nord Europa e nella zona scandinava. L'Italia è divisa sulla "cena della Vigilia". In alcune parti del paese si è soliti festeggiare anche alla sera del 24 dicembre mentre, in altre regioni, la cena della Vigilia è quasi ignorata, rispetto ad un pranzo di Natale dove c’è il senso vero e proprio della Festa.

Vediamo qualche differenza di cucina, sempre legata alla Vigilia, tra Nord e Sud. Chi festeggia al Nord, punta anche sui ravioli e agnolotti (sì, anche con carne), come in Piemonte. In Veneto, invece, un piatto tipico sono i cornioi, le lumache cucinate con vino bianco, aglio, burro, olio, prezzemolo e sedano oppure la pasta con le sarde salade. In Emilia Romagna possiamo trovare gli spaghetti alle sarde o al tonno e il cacciucco in Toscana.

A Roma non mancano, in molte case, la minestra di pesce o la pasta e broccoli in brodo di arzilla. Presenti, nel menù, anche gli spaghetti con le alici, l'anguilla fritta o in carpione e l'insalata di puntarelle. Come dolce si rimane sui classici da mordere, come il torrone e il pampepato, accompagnati da frutta secca.

In Sardegna, tipici della Vigilia o anche del pranzo di Natale, sono i culurgiones de casu, (ravioli ripieni con sugo di pomodoro) e i malloreddus, piccoli gnocchi di semola accompagnati con sugo di salsiccia. Infine, tra i piatti tradizionali, segnaliamo insalata di arance, aringa e cipolla, gallina in brodo, cardi in pastella, pasta con le sarde e beccafico imperano in Sicilia.

Che sia Nord, Centro o Sud, alla Vigilia -come per il Natale – la cucina resta sempre più elemento di unione e simbolo di riunione tra affetti e cari, in famiglia o tra amici.