Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Come il Viagra può salvare la vita ai cani

Il principio attivo del più famoso farmaco per le disfunzioni erettili sembra un efficace salvavita per i cani che soffrono di una grave malattia debilitante

Nei cani il macroesofago ha spesso decorso fatale: il Viagra potrebbe salvarli

Viagra e cani, c’è un nesso? Pare di sì: uno studio pubblicato di recente sulla rivista American Journal of Veterinary Research suggerisce la possibilità di usare il sildenafil, il principio attivo del Viagra, di norma usato nel trattamento delle disfunzioni erettili, per curare i cani affetti da un grave disturbo chiamato macroesofago. Si tratta di una condizione caratterizzata dall'impossibilità di portare il cibo allo stomaco per via di una progressiva riduzione della motilità esofagea. La prognosi è spesso sfavorevole, con la morte dell'animale che sopraggiunge abitualmente per malnutrizione o polmonite da aspirazione (cibo e liquidi finiscono nei polmoni). Per sopperire alla mancanza di una terapia efficace, un team di ricercatori della Washington State University ha testato il sildenafil su un gruppo di cani, osservando che, nel rilassare la muscolatura liscia, il farmaco permette all'esofago di aprirsi e far passare il cibo. Oltre all'assunzione di nutrienti, il risvolto benefico più evidente è la riduzione del rigurgito, il sintomo principale associato alla malattia. Gli effetti collaterali, sottolineano gli scienziati, appaiono minimi, mentre i cani riescono a riprendere peso nel giro di due settimane. "In letteratura scientifica non esistono farmaci che possiamo usare per gestire il megaesofago; il sildenafil è il primo in grado di colpire certi meccanismi e di limitare il rigurgito, cosa fondamentale perché è ciò che alla fine uccide i cani", spiega la dottoressa Jillian Haines, coautrice del documento. Un aspetto molto importante riguarda l'azione a tempo della sostanza, che apre lo sfintere esofageo inferiore per 20 minuti fino a un massimo di un'ora. "Funziona benissimo per i cani", commenta Haines, "perché vogliamo che [l'esofago] si apra solo quando stanno mangiando". I ricercatori sottolineano che da quando i dati dello studio sono stati resi pubblici molti veterinari li hanno già contattati per chiedere ulteriori informazioni sul sildenafil. Haines e colleghi non escludono inoltre che il composto possa tornare utile anche per la cura di altre patologie, sebbene serviranno nuove indagini per certificare tale ipotesi.