Giovedì 18 Luglio 2024
LORENZO GUADAGNUCCI
Magazine

Sulle orme di Guido Piovene, 70 anni dopo: "Un’Italia vitale, ma rassegnata"

Perna e Armino compiono lo stesso ‘Vaggio’ dello scrittore vicentino. Virtù e miserie del “dopo sviluppo“

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L’incipit era un’apertura al nuovo e all’imprevisto: "Comincio questo viaggio d’Italia senza preamboli. Parto dall’estremo nord, con l’intento di scendere fino a Pantelleria regione per regione, provincia per provincia. Sono curioso dell’Italia, degli italiani e di me stesso; che cosa ne uscirà, non saprei anticiparlo". Noi invece sappiamo che che cosa ne uscì: Viaggio in Italia di Guido Piovene è uno dei libri più belli e importanti del dopoguerra, un reportage letterario unico per vastità, acutezza dello sguardo, qualità della scrittura. Piovene cominciò la sua impresa, per conto della Rai, nel maggio 1953, e la terminò nell’ottobre 1956. Percorse tutte le province e ne trasse "un inventario", così lo chiamava, affidato in prima battuta alle onde radiofoniche. Poi uscì il libro, che resta una guida d’Italia impareggiabile. Passati settant’anni, ci volevano due coraggiosi outsider come Tonino Perna e Pino Ippolito Armino, per cimentarsi nella loro "terza età", come scrivono con autoironia, nella sfida impossibile di ripetere il viaggio. Lo hanno fatto, nell’arco di quattro anni, senza sfidare lo scrittore vicentino, semmai per rendergli omaggio, come scrivono in premessa, e farlo "conoscere alle nuove generazioni che lo ignorano".

E tuttavia ora abbiamo fra le mani un “nuovo inventario” di quasi seicento pagine – Viaggio in Italia. 70 anni dopo Piovene (editore Altreconomia) – che può essere letto come un reportage su com’è andata a finire, e anche – in aggiunta – come un accorato racconto delle bellezze, ma anche delle frequenti brutture, dell’Italia contemporanea, un paese che appare ancora incerto sul proprio futuro e che sembra agli autori, rispetto al passato, "più diviso e al tempo stesso più omogeneo", perché più omologato; "un paese rancoroso e rassegnato, dove solo una minoranza è impegnata per il bene comune".

Perna e Armino sono uomini del Sud e dal Sud parte il loro viaggio, che Piovene avviò da Bolzano. La diversità di prospettive non è solo geografica. Perna, ex docente universitario di sociologia economica, fondatore di associazioni e ong, è stato un creativo presidente del Parco nazionale dell’Aspromonte, poi assessore alla cultura a Messina nella spericolata giunta del sindaco Renato Accorinti, da ultimo anche vice sindaco di Reggio Calabria, la sua città. Armino è un ingegnere con la passione della storia, ha scritto libri sulla resistenza e i partigiani nel Sud e condivide con Perna una visione delle cose che fa tesoro della lezione sul “pensiero meridiano” messa a fuoco da un memorabile libro di Franco Cassano. Con queste premesse, non sorprende che il nuovo Viaggio in Italia sia un “inventario” empatico e caldo, perché i due autori sono pieni di passione e di curiosità, ma al tempo stesso assai critico sullo “sviluppo” che ha trasformato il volto dell’Italia.

Piovene nel suo viaggio conversò con innumerevoli personaggi, ed erano spesso le personalità più in vista del luogo, tutte o quasi tutte proiettate – siamo negli anni ’50 – verso il processo di modernizzazione e sviluppo industriale in corso nel paese. Perna e Armino, invece, incontrano interlocutori spesso impietosi nel descrivere i guasti e le regressioni delle città, dei paesaggi, degli ecosistemi; pagina dopo pagina, emergono con forza le storture, gli orrori e le miserie dello sviluppo. Il Veneto, per esempio. Paolo Cacciari, studioso e attivista veneziano, fratello del sindaco-filosofo, cita Mike Davis, Eugenio Turri e Andrea Zanzotto – un sociologo, un geografo e un poeta – per dire, con le parole di Turri, che "il Nord Est è diventato una non città, una sterminata periferia senza forma e senza sentimento". O le Marche, dov’è entrato in crisi il modello dell’"industrializzazione senza fratture" descritto dall’economista Giorgio Fuà. E quanto alla Calabria, la regione degli autori, il giudizio è sferzante: "La democrazia", scrivono, citando un innominato amico, "si esercita in presenza di due condizioni: la libertà dai bisogni essenziali e una buona informazione. Entrambe queste condizioni mancano oggi in Calabria".

Il nuovo Viaggio in Italia è però anche un inventario dei tanti luminosi microcosmi attivi nei centri e nelle periferie della penisola. Dalla riscoperta del mutuo appoggio in Sardegna ( s’aggiudu torrau in lingua sarda), allo slancio delle iniziative solidali in Lombardia, al "riscatto del Mezzogiorno" in atto in Abruzzo. Il punto di caduta, o forse la metafora ideale, per Perna e Armino è però in un’isoletta poco lontana dalla costa africana: "Se volessimo sintetizzare in una figura, in una sola immagine, la condizione esistenziale del mondo in cui viviamo – scrivono – non c’è luogo migliore di Lampedusa per scattare questa foto: da una parte dell’isola giovani dalla pelle nera sdraiati a terra o appoggiati alle reti di protezione con lo sguardo perso nel vuoto, dall’altra parte turisti dalla pelle dorata e untuosa, sdraiati al sole o immersi nel manto blu che accarezza le spiagge. Da una parte un’umanità derelitta in cerca di un sorriso, (…) dall’altra un’umanità stressata alla ricerca del benessere fisico e del successo individuale".

A questo punto la via maestra, per gli autori, è da ricercare proprio nel “pensiero meridiano“: occorre volgere lo sguardo a Sud. In un mondo in tempesta (e in guerra), "dobbiamo immaginarci – scrivono, pensando all’Italia e alla stessa Unione europea – come una sola grande area mediterranea con visioni e interessi condivisi".