Nel Messico occidentale è stata scoperta una città perduta grande come Manhattan. Si tratta di un conglomerato urbano di nome Angamuco, costruito e abitato dai Purépecha, contemporanei della civiltà azteca e di questa acerrimi rivali. La scoperta è avvenuta grazie al sistema Lidar (Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging), una tecnica di telerilevamento che utilizza gli impulso laser, sempre più utile in diversi campi, fra cui l'archeologia. LA CITTÀ PERDUTA GRANDE COME MANHATTAN Il ritrovamento della città è frutto di una ricerca della Colorado State University. Stando alle rilevazioni, la città aveva circa 40.000 edifici, distribuiti su un'area di 26 chilometri quadrati, il che significa lo stesso numero di palazzi che si concentrano a Manhattan, ma su un'area ancora più ridotta (l'isola newyorkese si estende su 59 chilometri quadrati. Angamuco sorge su un flusso di lava colata millenni fa, nello stato messicano di Michoacán. Finora era stato impossibile localizzarla a causa della foresta impenetrabile che la ricopriva, ma gli strumenti Lidar sono riusciti a individuarla. Il team ha poi lavorato fisicamente agli scavi nell'area, portando alla luce reperti e strutture.
LA TECNOLOGIA LIDAR "È un'area enorme, dove vivevano molte persone", ha spiegato il ricercatore americano Chris al Guardian. Si pensa che l'apice della civiltà sia avvenuto tra il 1000 e il 1350 d.C., quando l'area ospitava circa 100 mila persone, il che la faceva la più grande città del Messico occidentale all'epoca. Sono state mappate, poi confermate dagli scavi, strade, piramidi, giardini, campi da gioco e cimiteri. La tecnologia Lidar, in grado di penetrare le foreste e l'acqua per mappare il terreno sottostante in tre dimensioni, sta portando alla luce altre città perdute, andandole a scovare sotto le giungle del Guatemala, Cambogia,'Honduras.