Giovedì 3 Ottobre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Vespa velutina, cos’è il radiotracking. “Così i nidi vengono trovati e distrutti”

Alberto Pesavento, tecnico apistico e apicoltore di Aspromiele Piemonte: “La micro antenna legata al calabrone dalle zampe gialle ci ha portato al nido di Giaveno. Il precedente nell’Alessandrino”

Torino, 9 ottobre 2024 – Un nido di Vespa velutina a Giaveno (Torino) è stato individuato e distrutto grazie alla tecnica del radiotracking. La lotta allinsetto alieno invasivo che sta decimando gli alveari in 5 regioni italiane - e alla lista potrebbe essersi aggiunta la Puglia, a Lecce è stato appena trovato un esemplare - punta su una tecnologia che di solito viene usata sui grandi mammiferi.

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Abbiamo chiesto ad Alberto Pesavento, tecnico apistico e apicoltore di Aspromiele Piemonte, di spiegarci in cosa consista. Gli applicatori di radiotracking sono Umberto Vesco e Cristina Visetti, della stessa associazione.

Che cos’è il radiotracking

“Abbiamo appreso questa tecnica in Svizzera – chiarisce il tecnico di Aspromiele -. Si tratta di un emettitore, con una sorta di micro antenna che viene proprio legata alla vespa, catturata con dei retini e poi anestetizzata attraverso le basse temperature, per arrivare allo scopo viene usato un frigo. Il dispositivo permette di ricevere un segnale per circa quarantott’ore. Con questo sistema possiamo seguire la Vespa velutina nel suo volo, che tendenzialmente porta al nido. Può andare a caccia, può muoversi, ma verso sera, se non subito, si dirige al nido.

“Il segnale – evidenzia l’apicoltore - non ci dà la distanza, non è preciso come un GPS ma ci permette di seguire l’insetto. Questa tecnica è già stata sperimentata a Cabella Ligure, in provincia di Alessandria, dove nel giro di due giorni è stato trovato il nido. Stessa cosa è successa a Giaveno”.

Vespa velutina e Piemonte, cosa sta succedendo

Chiarisce il tecnico di Aspromiele: “In Piemonte la situazione va distinta per zone, la provincia di Cuneo effettivamente vede l’ingresso di Vespa velutina e il suo stabilirsi con i nidi lungo tutto il perimetro che confina con la Liguria, quindi c’è un ampliamento del fronte di espansione. Il mio collega Samuele Colotta cerca di fronteggiarlo con monitoraggio, trappolaggio e bonifica. Siamo attivi per contenere e limitare il fronte. La provincia di Alessandria è appena entrata sulla mappa ma il nido di Cabella Ligure è stato immediatamente eliminato. La provincia di Torino è un caso a se stante, a ottobre dell’anno scorso è stato trovato il primo nido e si è fatta la scelta di provare ad eradicare il fenomeno. Dato il periodo autunnale, quindi successivo al rilascio delle prime regine fondatrici, è stato fondamentale poi eseguire un trappolaggio intensivo. Ricordiamo che la Vespa velutina può fondare fino a 20 colonie, a partire da un unico nido”.

L’importanza degli apicoltori

Nella lotta al calabrone dalle zampe gialle, rimarca Pesavento, “il contributo degli agricoltori è fondamentale, prima di tutto per le segnalazioni com’è successo a Giaveno, idealmente dovremmo distruggere i nidi entro l’estate”.

Vespa velutina, a ottobre cosa succede

“La cosa fondamentale è il rilascio delle nuove regine fondatrici - spiega Pesavento -. Nel corso dell’autunno si disperdono nell’ambiente, vanno a svernare in altri luoghi abbandonando il nido. Svernano da sole in posti riparati, in primavera fondano nuove colonie”. E bisogna essere pronti a intervenire.