Roma, 12 maggio 2024 - Vespa orientalis (e vespa crabro) a Roma: che cosa provoca l’invasione e cosa si sta facendo? Lo abbiamo chiesto a Emanuela Ferretti, apicoltrice del Gruppo Api Sparse, siamo nella Sabina.
“Come associazione – spiega - stiamo portando avanti uno studio in collaborazione con la dottoressa Karen Power dell’università Federico II di Napoli. Stiamo facendo il monitoraggio della Vespa crabro e della Vespa orientalis su Roma e provincia”.
Come si spiega questa invasione?
“La Vespa orientalis è onnivora, mangia anche molta carne quindi è attirata dall’immondizia. E poi l’aumento delle temperature l’ha fatta migrare, spingendola verso nord. Per il momento nel Lazio non è stata segnalata la Vespa velutina. Che è presente, invece, nell’alta Toscana. Quindi, probabilmente, arriverà da noi in un paio d’anni”.
Come si comporta la Vespa orientalis verso le api da miele?
“Le mangia. Si mette di fronte agli alveari e cattura le bottinatrici che stanno rientrando con il polline. In questo modo si riduce l’apporto proteico alla covata e la famiglia si indebolisce. In più, c’è uno spopolamento perché diminuisce il numero delle api in volo che vanno a bottinare”.
Come si combatte la Vespa orientalis?
“Si cerca di ridurre il numero delle regine in due momenti del ciclo della colonia:
- a fine svernamento tra marzo e aprile
- prima dell’invernamento, tra agosto e settembre.
Questo per limitare la popolazione dell’anno successivo”.
Che risultati avete ottenuto?
“Una riduzione della popolazione di vespe, quindi un alleggerimento degli attacchi sulle famiglie di api mellifere. Ma non possiamo eliminare del tutto le vespe, hanno anche loro un ruolo fondamentale nel ciclo ecologico, ad esempio per la predazione di parassiti nelle coltivazioni”.
Anche il meteo è stato inclemente con voi apicoltori…
“Prevedo qualche problema sulla produzione dell’acacia, tra piogge e calo delle temperature le fioriture ne hanno risentito. Ma se il tempo si stabilizza, la stagione non è persa”.
Un’altra minaccia arriva dal ‘miele cinese’.
“Il cosiddetto miele cinese si ottiene da una miscela di glucosio prodotto da multinazionali asiatiche e arricchito dai pollini. Poi entra in Europa dai paesi dell’est”.
Ma cosa c’è scritto sull’etichetta?
“Miele pastorizzato, proveniente da paesi extra UE. Il problema è che non è miele e i costi sono ridotti rispetto al prodotto tradizionale”.