Roma, 25 settembre 2024 - L’espansione della Vespa orientalis – ormai un caso a Roma – non si ferma. È uno dei tre calabroni attualmente presenti in Italia, con la Vespa crabro e la Vespa Velutina (che è una specie aliena invasiva).
Da sud a nord, dalla Sicilia a Trieste, seguendo il cambiamento climatico. L’inizio dell’autunno può riservare ancora sorprese. Perché prima dell’arresto invernale, proprio in questo periodo le colonie sono più che mai numerose. Tra i punti critici ci sono sicuramente i balconi.
L’etologo e i sette favi su un balcone
Ne sa qualcosa l’etologo e divulgatore scientifico Andrea Lunerti. Che pochi giorni fa a Roma ha liberato il terrazzo di una quasi centenaria. Racconta al telefono a Quotidiano.net: “Ho estratto ben sette favi dall’intercapedine accanto all’amato balcone della signora Francesca. Tre anni fa sono stato il primo a identificare la Vespa orientalis a Roma. Mi sono sempre occupato di sicurezza uomo-animale, sono etologo e faccio anche divulgazione in tv. In questo momento la maggior parte delle chiamate che ricevo sono per questo calabrone. Insetto molto intelligente, si sa adattare bene. Anche per questo negli ultimi anni a Roma ha raggiunto livelli importanti. Ricevo decine di chiamate al giorno, siamo ancora nella stagione degli accoppiamenti”.
Vespa orientalis a Trieste
L’entomologo e divulgatore Nicola Bressi è stato il primo a trovare la Vespa orientalis a Trieste, è successo sei anni fa. Racconta a Quotidiano.net: “Vive grazie alle colonie feline, sì va direttamente a mangiare le crocchette di cani e gatti. È fortemente carnivora. A settembre le colonie di questa specie sono più abbondanti. A ottobre comincia il declino. A novembre muoiono tutte tranne le regine che svernano altrove. I favi sono annuali, difficilissimo che le vespe li ricostruiscano nello stesso posto. E questo accade per un motivo di igiene, per la presenza di parassiti”.
Cos’è la xantopterina
Infine una curiosità legata alla banda gialla della Vespa orientalis: è data da un pigmento “che si chiama xantopterina, in corso di studio. Sembra proprio che le vespe vadano un po’ a energia solare. Fenomeno documentato da una prima ricerca. Quindi, in qualche modo, riescono a trasformare l’energia luminosa in energia metabolica. Come lo fanno e in che percentuale non si sa ancora. Ma ho studiato bene questo insetto, la differenza rispetto ad altri vespidi è che vola soprattutto nelle ore più calde, centrali, magari nel pomeriggio, quando gli altri calabroni tendono a stare fermi per evitare la disidratazione”.