Mercoledì 20 Novembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Verdone-De Sica, cognati e amici: “Ora il nostro film”

Una vita trascorsa insieme, dal liceo al cinema: "Un sogno portarla sul grande schermo. Chissà, magari prima o poi si avvererà"

Verdone & De Sica: "Compagni di scuola, cognati. Un sacco amici: che film"

Carlo e Christian con Woody Allen

Roma, 7 agosto 2024 – "Ho sempre voluto bene a Christian. Perché non si è mai dimenticato di essere una persona. Sei un artista, un attore, una persona conosciuta. Ma prima di tutto sei una persona, e non te lo devi mai dimenticare. Alla fine è quello che conta più di tutto. Anche se hai la fortuna di diventare un personaggio pubblico, se ricevi l’affetto degli altri, sei sempre quello che eri prima". Carlo Verdone, raggiunto al telefono, parla con affetto di un ragazzo che era il suo compagno di banco, e che poi è divenuto suo collega e suo cognato: Christian De Sica. La moglie di Christian è Silvia, la sorella di Carlo. Pochi giorni fa, Christian e Carlo sono stati premiati insieme, al festival di Taormina, con un Nastro d’argento speciale. Un Nastro d’argento che celebra due giganti della commedia. "Sarebbe ora di fare un film insieme", hanno detto nell’occasione. "Ormai dobbiamo anche sbrigarci…".

Chiediamo a Carlo se ci sia qualcosa di concreto, al di là di una frase che testimonia l’affetto reciproco. "Ma no, è soltanto un pensiero", dice. "Io devo iniziare a girare la quarta stagione di Vita da Carlo, e dopo che la avrò finita ho un contratto per girare un film al cinema. Christian ha i suoi impegni. Chissà, magari dopo aver portato a termine questi impegni potremmo davvero fare qualcosa insieme". Insieme, sullo schermo, i due si sono ritrovati in Borotalco, in Acqua e sapone, in Compagni di scuola e recentemente nella seconda stagione di Vita da Carlo – la terza uscirà questo autunno su Paramount+. Mai, però, sono stati protagonisti di un film intero, in coppia. "Se uscisse una bella idea, sarebbe la giusta conclusione di tutta la nostra carriera, sarebbe bellissimo", ha detto Carlo a Taormina.

E in fondo, la loro vita personale, nell’insieme dei loro incontri, degli intrecci, delle casualità, è già simile a un film. L’adolescenza, al liceo Nazareno degli Scolopi. In classe, tanti ragazzi con cognomi famosi. Christian, figlio del grande regista e attore; Carlo figlio di uno stimatissimo e appartato professore universitario. Si ritrovano nello stesso banco. E più del latino e del greco, imparano a fare le imitazioni dei professori: come fumano, come accavallano la gamba, le loro voci, i tic. Christian che ha già vocazioni da showman, entra in classe cantando Sette uomini d’oro di Armando Trovajoli.

Poi Christian conosce, a casa di Carlo, la giovanissima Silvia, tredicenne. Quando Carlo capisce che l’amico ci sta provando spudoratamente con la sorellina, non ci vede più. Segue una discussione che finisce anche con una sberla, data da Carlo a Christian. Il quale viene convocato a casa Verdone, per una resa dei conti. Ma Christian porta un mazzo di rose alla madre di Carlo, e si esibisce in un discorso teatrale e appassionato: "Questo senso di ostilità nei miei riguardi è diventato per me un fardello insopportabile: dichiaro di essere innamorato di Silvia e di essere pronto a stare con lei tutta la vita". Carlo non ci crede: nel suo libro, La casa sopra i portici, commenta: "Sembrava una recita di Romolo Valli". I genitori di Verdone costringono Christian a incontrare un prete, un vero prete con la tonaca e il vestito da prete. Come in un film di Carlo Verdone.

Ma il sentimento di Christian è vero, è tenace. E i due continuano a stare insieme: ancora prima di sposarsi, vanno in Francia, a Vichy, dove Christian sta girando un film. Arriva la lettera furiosa di papà Verdone: "Che cos’è questa storia, rientrate subito!". Ce ne sarebbero, di storie, per fare un film. E poi ci sarebbero anche quei film forse perduti, forse finiti in qualche scatolone. I saggi del Centro sperimentale di cinematografia, con Carlo regista e Christian attore. "Forse Carlo li ha conservati, lui conserva tutto…", commenta Christian nel suo libro, Figlio di papà.

Ci sono, sicuramente, i film usciti al cinema. In Borotalco quel balletto all’americana, stile Broadway, che fanno insieme. E quel personaggio patetico, straziante, che Verdone affida a Christian in Compagni di scuola: un cantante fallito, accusato di avere rubato duecentomila lire, accusato di essersi messo i soldi nelle mutande. Un personaggio bellissimo. Un altro episodio di una lunga storia parallela, di intrecci fra Carlo e Christian, che sarebbe bello vedere, presto o tardi, suggellata da un film.