Lunedì 26 Agosto 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Venezia 81, la madrina Sveva Alviti: “La Mostra è una sfida che guarda ai giovani”

Domani aprirà la nuova edizione della rassegna cinematografica. “Ero una tennista, mi sono preparata come se fosse una gara”

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Sveva Alviti, 40 anni, madrina della 81ª edizione della Mostra del cinema di Venezia

Venezia, 27 agosto 2024 – Il primo volto della Mostra del cinema di Venezia, che aprirà il sipario domani sera per concludersi il 7 settembre, è il suo. Sveva Alviti, attrice e modella, formatasi a New York e consacrata dal biopic Dalida, aprirà l’ottantunesima edizione della Mostra internazionale del cinema, e guiderà la serata di chiusura, sabato 7 settembre, quando saranno annunciati i Leoni.

“Due anni fa, presi un caffè con Alberto Barbera, il direttore artistico della Mostra del cinema, e sentii subito una bella energia, capii che avevo davanti una persona che amava profondamente il cinema. Qualche mese fa, mi è arrivato il suo invito per essere la madrina di questa edizione della Mostra: una gioia immensa”, dice Sveva Alviti.

A Venezia, alla Mostra del cinema, Sveva aveva partecipato nel 2011 con il cortometraggio Alice di Roberto De Paolis. L’anno successivo era in Buongiorno papà di Edoardo Leo, e l’anno dopo ancora debuttava al teatro Quirino di Roma, con uno spettacolo interamente dedicato a Monica Vitti. La sua consacrazione sarebbe arrivata nel 2017, con Dalida, il film di Lisa Azuelos sulla leggendaria cantante francese.

Il film le ha portato la nomination ai César 2018, e un grande successo presso il pubblico francese e italiano – in Italia, Dalida è stato trasmesso come evento speciale su Raiuno. La sua carriera è proseguita soprattutto in Francia, dove nel 2023 ha interpretato Entre les vagues di Anaïs Volpe, presentato nella Quinzaine des cinéastes al festival di Cannes. La Francia, e il cinema, sono entrati anche nella sua vita sentimentale: il suo ex compagno era Anthony Delon, il figlio maggiore di Alain Delon, l’icona del cinema francese scomparso il 18 agosto scorso.

Con quale stato d’animo si avvicina alla serata inaugurale, Sveva? Ansia, emozione, impazienza?

“Ho un imprinting sportivo, ho giocato per tanti anni a tennis a livello professionistico: e dunque anche in situazioni come questa ho un atteggiamento ‘sportivo’. Ho fatto tutto quello che potevo, con dedizione e sacrificio, e poi sarà quel che sarà. L’importante, in realtà, è non perdere la gioia, la voglia di divertirsi. L’ansia cercherò di lasciarla a casa”.

Che cosa le piacerebbe dire alle persone che si affacciano alla kermesse veneziana?

“Avrei un grande sogno: catturare l’attenzione anche di un solo giovane, contribuire a far staccare anche soltanto un biglietto in più. Fare appassionare, di nuovo, i ragazzi ad andare al cinema. Perché l’arte e la cultura italiana passano dal cinema, da Fellini e da Pasolini, da De Sica e Antonioni. Molti giovani questa cosa non la sanno: e si perdono un mondo intero”.

Lei è, oggi, una cinéphile?

“Da morire. L’amore per il cinema ce l’ho fin da bambina, grazie a mio padre, super appassionato. Fin da piccola mi vedevo i film di Michelangelo Antonioni, e mi innamoravo di quell’attrice straordinaria che è Monica Vitti. Amo, soprattutto, il cinema che non si affida tanto alle parole, quanto alle immagini, ai silenzi. Amo quei film che ti catapultano nella vita di qualcun altro, e non stanno a spiegarti troppo quello che succede, perché tu, spettatore, lo senti”.

A quali stilisti si affiderà, per il suo outfit?

“Ho fatto una scelta precisa: mi affiderò a stilisti italiani. Quanto ai colori, amo moltissimo il rosa e il nero. Quindi probabilmente mi vedrete con questi colori”.

Ha un passato nella moda e nello sport. Che cosa le hanno insegnato questi due mondi?  “Accettare di non poter diventare una grande tennista, perché non sono abbastanza forte a livello di tenuta emotiva, è stato duro, ma mi ha anche dato una forte consapevolezza. Così come la solitudine vissuta a New York, imparando a fare il lavoro di modella. Piano piano, la mia fragilità è diventata la mia forza, l’oro che mi porto addosso”.

Quali registi vorrebbe incontrare, nella sua carriera?

“Mi piacerebbe molto lavorare con i fratelli D’Innocenzo e con Alice Rohwacher: stili diversi, ma in comune hanno le tematiche, sempre molto forti”.

Nel suo prossimo futuro, un film sul #MeToo, The Other Side of Fame, e un film nel quale interpreta una giornalista in Marocco, Le chemin du retour di Fabio Zito. Sarà presente a Venezia soltanto nei due giorni di inizio e fine, o parteciperà alle proiezioni?

“Assolutamente sì. Sarò tutti i giorni in sala, a vedere più film che potrò. Non vedo l’ora che tutto cominci”.