Lunedì 30 Dicembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Venezia 77, Anna Foglietta: "Una Mostra in mascherina? Si può fare"

La madrina della Mostra del Cinema: "Mai stata più orgogliosa di essere italiana: oggi inauguro l’edizione che segna una rinascita"

Per ricominciare dopo la paura, per aprire metaforicamente la porta della Mostra agli attori, ai registi, agli spettatori di tutto il mondo, ci voleva una donna forte, vitale, capace di indossare il miglior sorriso. Sarà Anna Foglietta, stasera nella Sala grande del Palazzo del cinema prima della proiezione del film d’apertura Lacci di Luchetti e della consegna del Leone alla carriera a Tilda Swinton, a condurre la cerimonia di apertura della 77ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia. La più delicata, la più difficile. Ma anche quella che potrebbe segnare un punto di svolta, di rinascita nella storia della nostra inquietudine collettiva.

"Non sarà Venezia 77 per me, ma Venezia anno Zero", dice Anna Foglietta, a poche ore dal momento in cui salirà su quel palco. "Il discorso che farò? L’ho pensato e ripensato, ho limato ogni parola. Adesso ho tutto chiaro in mente, e sono anche un po’ più tranquilla". Prosegue: "Certo, in queste settimane un po’ di tensione mi ha attanagliata. Mi sono anche chiesta ma chi me l’ha fatto fare? Poi mi sono detta: Anna, stai calma. Dai quello che puoi dare: serenità, empatia, coraggio. La mia natura è ottimista, è coraggiosa".

Quarantun anni, a suo agio nel comico e nel drammatico, due Nastri d’argento vinti, tre figli piccoli, la tv con La squadra e Distretto di polizia, poi il boom al cinema con Perfetti sconosciuti. Quest’anno, due film la vedono protagonista: Si vive una volta sola di Carlo Verdone, fermato una settimana prima dell’uscita dal lockdown; e DNA – Decisamente non adatti di Lillo & Greg, uscito direttamente in streaming per gli stessi motivi. A teatro, la quarantena l’ha colta dopo le prime repliche dello spettacolo La bimba col megafono, di cui è anche autrice insieme a Marco Bonini.

Anna, a che cosa ha pensato, nello scrivere il discorso di stasera?

"Alla centralità delle cose che contano davvero: ma non soltanto nel cinema, nella vita".

Avrà il compito di pronunciare le prime parole della Mostra: che tipo di messaggio vorrà comunicare?

"Ovviamente, sono preoccupata, come tutti, per i dati dei contagi. Ma ho anche fiducia: fiducia che il festival sarà un banco di prova del nostro senso di responsabilità. E sarà un modo di riprenderci il coraggio, riprenderci la vita. E con essa, i cinema e i teatri".

Che Mostra sarà, a suo avviso?

"Una Mostra dall’enorme valore simbolico. Sarà il primo grande festival internazionale in presenza: e dobbiamo dare la dimostrazione che si può fare. Tutti abbiamo bisogno di ritrovare una forma di normalità, nel rispetto più rigoroso delle norme di sicurezza. Così come siamo andati a mangiare la pizza questa estate, o come siamo andati a fare il bagno al mare, potremo tornare al cinema".

Su che cosa baserà il suo discorso?

"Sull’umanità, perché il cinema in fondo racconta ciò che siamo, la nostra natura di esseri umani".

Parliamo di glamour: chi la vestirà?

"Ho scelto il Made in Italy. In questo frangente, mi sembra necessario sostenere i brand italiani: e dunque mi affiderò ad Armani, Valentino, Gucci, così come a Etro e Bulgari. L’Italia è stata, non dimentichiamolo, il primo paese occidentale ad affrontare il Covid, e ne ha pagato il prezzo più alto. E io non sono mai stata così orgogliosa di essere italiana".

In queste settimane è tornata sul set?

"Sì: abbiamo girato un film per Amazon, con la regia di Marco Pontecorvo, sulla vicenda di Alfredino Rampi, il bambino che il 13 giugno 1981 cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, vicino a Frascati. Una vicenda tragica che tenne l’Italia tutta col fiato sospeso, seguita in diretta dalla Rai per diciotto ore di seguito. È la prima volta che la madre di Alfredino, Franca Rampi, autorizza un film sulla sua storia. E a me il compito di interpretare proprio lei. All’epoca, avevo solo due anni: ma i miei genitori mi hanno spesso ricordato quella vicenda. È l’icona, il simbolo della nostra fragilità. Ma quella vicenda terribile servi a far capire quanto fosse importante la Protezione civile in Italia. Quel dolore si è trasformato in amore, solidarietà e coraggio".