Lucca, 12 luglio 2023 – E dire che il sor Giacomo (leggi Puccini) forse forse un tal trambusto non l’avrebbe ipotizzato nemmeno lontanamente. Lui, osannato dalla critica e dal pubblico di tutto il mondo, oggi finito postumo nel tritacarne del dibattito più che altro politico. Perché, vien da chiedersi? Beh, dopo il caso Nizza dove varie associazioni hanno protestato contro l’arrivo del direttore d’orchestra – la lucchese di fama internazionale Beatrice Venezi – definendola "neofascista" e chiedendo l’annullamento dell’invito fatto dal Comune per dirigere l’Orchestra filarmonica locale per il tradizionale balletto di Natale e per il Concerto di Capodanno, oggi nuovo giro di valzer. Ieri sera a Lucca, in piazza Napoleone sul palco del Lucca Summer Festival, la stessa Venezi ha diretto il concerto che ha dato il la alle celebrazioni pucciniane in vista del centenario dalla morte del Maestro avvenuta nel 1924. Ebbene, proprio ieri sera i sindaci di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, di Pescaglia Andrea Bonfanti e il presidente della Provincia Luca Menesini non si sono fatti vedere. Altri impegni. In realtà i tre avevano chiesto in sede di Comitato per le celebrazioni pucciniane al presidente Alberto Veronesi di parlare con Beatrice Venezi affinché fosse eliminata l’esecuzione dell’Inno a Roma, composto da Puccini nel 1919, poi fatto “proprio“ dall’ideologia fascista. Secondo i sindaci tale passaggio Veronesi-Venezi non ci sarebbe stato, ma al tempo stesso era inopportuno inserirlo in programma. Venezi ha eseguito il brano: non accetto censure.
Venezi, non è inopportuno eseguire tale brano?
"L’ho sempre eseguito e continuerò a farlo. Stiamo facendo una guerra all’intenzione di Puccini. Allora i tedeschi cosa dovrebbero fare con la musica di Wagner? Mi sembra che loro abbiano fatto pace con la loro memoria storica. Continuare a vedere queste cose come un mero esercizio ideologico lo trovo vetusto ed è scandaloso che la questione sia stata sollevata da due persone che fanno parte del Centro Studi Puccini, parlo di Michele Girardi e Gabriella Biagi Ravenni. Questo la dice lunga sullo stato di salute della nostra cultura".
Ne fanno una questione ideologica anche le associazioni francesi che si sono opposte alla sua direzione a Nizza.
"Ho mai fatto dichiarazioni neofasciste? E partiamo dal presupposto che vorrei capire che cosa significa essere neofascista. Questo governo è neofascista? Ma di cosa stiamo parlando, questa è una follia. Chi è di destra deve essere fascista in automatico? Il fascismo è morto e sepolto. Il fatto si commenta da solo. Tante persone si sono già espresse ed è sufficiente".
Più solidarietà o più attacchi?
"Ho avuto molta solidarietà, sicuramente maggiore rispetto agli attacchi, anche da diverse aree politiche. A parte i commenti sui social, in tanti mi hanno detto “Non ho votato per la Meloni, ma trovo scandalosa questa cosa”".
Sulla questione Inno a Roma il presidente del Comitato per le celebrazioni pucciniane, Alberto Veronesi, se da una parte nega la presenza del brano all’interno del programma, dall’altra difende la libertà della musica. "Si è parlato dell’Inno a Roma come eventuale fuori programma – spiega – Era una possibilità in caso di bis, non c’era nulla di ufficiale. In ogni caso l’arte è libera. È un brano che non ha nulla a che fare con questi ideologismi e mi sembra ridicolo che qualcuno lo usi come motivazione per fare polemica. Probabilmente ce ne sono altre. Forse qualcuno è preoccupato del successo di Puccini. Voler infierire sulle celebrazioni è di cattivo gusto da parte di chiunque. Sembra che qualcuno non le voglia fare. Ne prendiamo atto e, che dire, investiremo in casse di farmaci contro il bruciore di stomaco".