C'è stato un tempo in cui
Venere era un pianeta abitabile. A sostenere la validità di questo incredibile scenario è uno studio del Goddard Institute for Space Studies della Nasa, secondo cui
fino a circa 700 milioni di anni fa Venere somigliava a una sorta di
Terra-bis, e non all'inferno tossico e rovente che conosciamo oggi.
Una seconda "Terra" nel Sistema Solare
"La nostra ipotesi è che Venere abbia avuto un clima stabile per miliardi di anni". Le parole sono dell'astronomo Michael Way, che insieme ai colleghi della Nasa ha presentato la
rivoluzionaria ipotesi nei giorni scorsi a Ginevra, durante l'EPSC-DPS Joint Meeting 2019. Il lavoro degli scienziati si basa su due precedenti studi dello stesso team, arricchiti da
nuovi modelli matematici che supportano l'idea di un pianeta Venere "con acqua liquida superficiale, tettonica delle placche e un clima temperato stabile simile a quello di Terra".
Le simulazioni virtuali suggeriscono in particolare che in un arco di tempo che va da 4,2 miliardi di anni fa a 700 milioni di anni fa, Venere avrebbe ospitato
oceani di acqua liquida profondi fino a 300 metri, in un contesto climatico caratterizzato da
temperature superficiali dai 20 ai 40° C.
L'inferno dopo il paradiso
Ma come si sposa questa idea con l'immagine odierna del pianeta, che è il secondo più vicino al Sole nel nostro Sistema Solare? Per quanto si tratti solo di speculazioni, fondate su osservazione di fenomeni terrestri simili, i ricercatori ritengono plausibile che 700 milioni di anni fa
grandi quantità di gas siano state rilasciate nell'atmosfera di Venere, forse
in seguito a un'intensa attività vulcanica.
Da allora, il
magma solidificato ha reso impossibile il riassorbimento dei composti volatili, trasformando in modo irreparabile il pianeta, che da Terra-bis è diventato un
"sasso" caldo soffocato dall'effetto serra, con un'atmosfera dominata da anidride carbonica e azoto.
C'era vita su Venere?
I dati a disposizione non consentono una
risposta definitiva. Tuttavia, Way afferma che i modelli elaborati sono coerenti con la possibilità che Venere ospitasse un
ecosistema vivo e pulsante.
Lo scenario ha dei
risvolti notevoli, in quanto significherebbe che pianeti altrettanto vicini alla loro stella di riferimento
potrebbero non essere così sterili come si pensa di solito. "Questo apre una serie di orizzonti per gli esopianeti che si trovano in quella che viene chiamata la 'Zona di Venere', che sarebbero quindi in grado di ospitare acqua liquida e climi temperati", è la conclusione di Way.