Martedì 14 Gennaio 2025
RITA BARTOLOMEI
RITA BARTOLOMEI
Magazine

Api, la lotta alla Varroa e l’ultimo rimedio naturale. “Ecco qual è l’alternativa ai pesticidi”

Giancarlo Antonio Statti, professore all’Università della Calabria: “Cosa suggeriscono i risultati di uno studio che stiamo portando avanti da un anno e mezzo con i colleghi di Catanzaro”

Varroa destrucotr è tra i nemici più temibili delle api (foto Unaapi)

Varroa destrucotr è tra i nemici più temibili delle api (foto Unaapi)

Roma, 15 gennaio 2025 – Nemico storico delle api: la Varroa destructor “è un acaro e si combatte con i pesticidi, che però sostanzialmente rischiano di avvelenare anche le api. Con un gruppo di colleghi di Catanzaro abbiamo lavorato sulla possibilità di utilizzare invece prodotti di origine vegetale”.  

Giancarlo Antonio Statti, professore all’Università della Calabria, fa sapere che “il risultato è stato positivo, abbiamo fatto diversi esperimenti su molti estratti. Attualmente l’unica molecola di origine vegetale che viene consentita è il timolo, che si trova nel timo. Da qui abbiamo sviluppato una riflessione piuttosto semplice, perché la molecola non è molto diversa ad esempio dal carvacrolo, contenuto nell’origano. Infatti abbiamo trovato che quegli estratti sono molto efficaci contro la Varroa delle api. Abbiamo fatto degli esperimenti su estratti di singole piante, anche sulla stessa lavanda, e su più miscele, che sembrano garantire i risultati maggiori, perché sfruttano una sinergia tra principi molto simili tra loro. Stiamo portando avanti questo studio da un anno e mezzo”.

“Difficilmente – chiarisce il professore - ragioniamo di una singola molecola. Perché questo è interessante certamente ma non è un target fondamentale. Invece l’utilizzazione dell’intero estratto della pianta dà vantaggi innegabili, non solo dal punto di vista industriale ed economico, perché ci sono minori passaggi per la purificazione dell’estratto, ma perché proprio il fitocomplesso, cioè l’insieme di tutte le molecole che sono presenti all’interno della pianta, riesce in qualche modo a garantire qualcosa in più. In questo caso è stato dimostrato che è così”.

Guardando avanti: “Bisogna considerare che stiamo andando verso una transizione ecologica, l’utilizzazione dei prodotti di origine naturale o vegetale nel caso di specie anziché quelli di sintesi chimica ha dei vantaggi notevoli”. Allargandoci dal mondo delle api e mantenendo quella stessa premessa si approda alle viti, “dove si sta cercando di sostituire il rame nelle colture. E si cerca di sostituirlo con prodotti di origine vegetale, ci sono molte teorie su questo. Ma è comunque un focus molto, molto importante. Tutta la lotta biologica passa attraverso la possibilità di non trattare chimicamente le colture. Non farlo del tutto a volte non è possibile ma trattarle in maniera differenziata è importante. Per esempio quest’anno, mi hanno raccontato amici agricoltori, la prolungata stagione calda ha portato a raddoppiare gli attacchi della mosca dell’ulivo, che sono stati quattro anziché i canonici 1 o 2. E questo deve essere tenuto in considerazione. Nella lotta biologica si utilizzano prodotti vegetali e naturali. A maggior ragione è giusto farlo per un prodotto agroalimentare come il miele, che dovrebbe essere uno dei più puri”.