Martedì 25 Febbraio 2025
EVA DESIDERIO
Magazine

Valentino e Dior. Parigi tra vertigine e sogno incantato

L’Haute Couture rappresenta un vocabolario estetico inarrivabile, sognatore, visionario, avanguardista, sfidante ogni limite di impegno e di prezzo, un viaggio...

L’Haute Couture rappresenta un vocabolario estetico inarrivabile, sognatore, visionario, avanguardista, sfidante ogni limite di impegno e di prezzo, un viaggio...

L’Haute Couture rappresenta un vocabolario estetico inarrivabile, sognatore, visionario, avanguardista, sfidante ogni limite di impegno e di prezzo, un viaggio...

L’Haute Couture rappresenta un vocabolario estetico inarrivabile, sognatore, visionario, avanguardista, sfidante ogni limite di impegno e di prezzo, un viaggio nella bellezza che non ha uguali nel fashion e mai tanto necessario in questi tempi disordinati, concitati, in continua accellerazione di lusso spesso inutile. Con i bilanci delle grandi maison che continuano a non decollare, perché i tempi degli eccessi sono finiti. Parigi resta un baluardo con i suoi cinque giorni di couture e pochi defilè ma quasi sempre eccelsi perché chi ha resistito o coltivato l’arte dell’atelier raccoglie oggi i frutti del suo splendore creativo.

Tre i giganti di queste giornate, Giorgio Armani coi suoi venti anni di Privè, Dior con una sempre più brava e intelligente Maria Grazia Chiuri, Valentino col debutto attesissimo di Alessandro Michele al debutto nell’haute couture di Valentino. Poi altre meraviglie come Giambattista Valli, fedele alla sua indipendenza e al suo induscusso talento, Schiaparelli che Diego Della Valle sta facendo rinascere con lo chic di Daniel Roseberry, le creazioni preziose di accessori pezzi unici di Roger Vivier, la classe di Stephane Rolland che ha avuto come ospite la Premiere Dame Brigitte Macron accompagnata da Sylvie Vartan, le belle sorprese e i trionfi di ruches di Viktor & Rolf.

L’immensa sala nel giardino del Musèe Rodin accoglie i lavori d’arte dell’artista indiana Rithika Merchant replicati coi ricami della scuola di Chanakya diretta dalla bravissima Karishma Swali, nel Paese delle Meraviglie di Dior, con l’impegno forte e diretto di Maria Grazia Chiuri che in nove anni di direzione artistica ha fatto volare in paradiso (di allure e fatturati) Dior di cui è direttrice creativa, per sostenere la cultura e la bravura delle donne. Stavolta Chiuri ha fatto sfilare una Alice ingenua e al tempo stesso ispirante, con le modelle dalle acconciature punk di piume e foglie di giardino, in abiti delicatissimi eppure costruiti che riescheggiano un eterno Settecento, con crinoline di fili preziosi o di rafia adorni di lumachine, fiori, farfalle come se le modelle volassero direttamente in cielo. "Ho ripensato alla storia della moda non solo legata al lusso – spiega Maria Grazia Chiuri – coi corsetti di bambù e le crinoline che svuotate risultano modenissime. Le nostre clienti sono aperte, non hanno pregiudizi, chiedono di personalizzare un momento di vita e noi da Dior le aiutiamo a costruire il loro film". Tutto è raro come le piume realizzate in organza, il nero profondo, il bianco che abbaglia i sensi, l’argento brunito.

Teatrale ed emozionante il primo defilè di Alessandro Michele per Valentino: il direttore creativo al suo debutto dice di essere "stanco ma felice", e condivide la gioia con tutto l’atelier di Piazza Mignanelli. "Ora che abbiamo realizzato questi 48 abiti straordinari ho un grande senso di pace", confida Alessandro che ha riscosso tanti applausi. "Ogni abito Valentino è come una lista infinita di emozioni, ricordi, sensazioni, verità e sfida all’impossibile – continua – un vortice di pensieri e per questo la collezione per l’estate 2025 si chiama ’Vertigineux, una poetica della lista’, con le modelle che emergono dal buio in abiti eccezionali".

Apre un commovente modello Arlecchino che intenerisce Elton John in prima fila, poi fiumi di tessuti preziosi, intarsiati come fossero di regine del passato, grazie alle mani "delle fatine capaci di tutto" di Piazza Mignanelli. Sulla scena alcune modelle coi capelli candidi perché "adoro le persone mature – conclude Alessandro Michele – perché il tempo moltiplica la bellezza". Chiude un capolavoro di seta plissè rossa che ha 650 metri di orlo fatto a mano a birillino, un prodigio surreale.

E’ un viaggio tra Marrakech e Parigi, andata e ritorno, quello di Giambattista Valli tra i colori della natura e lo splendore della perfezione un po’ nomade. "Amo conversare con le culture" dice ’Giamba’ che ha proposto mousseline plissè come piume, righe affascinanti, cappe superbe per clienti con le quali Valli conversa col cuore. Da Schiaparelli Daniel Roseberry esalta l’alta moda con charme e abiti seducenti e sublimi, vortici di bellezza che esaltano le forme delle donne, specie nella lavorazione dei corsetti e delle scollature super sexy, ammirate da Anna Wintour seduta al fianco dell’amico di famiglia Diego Della Valle e da Carla Bruni Sarkozy.

Da Chanel al Grand Palais si festeggiano i 110 anni dell’atelier fondato da Mademoiselle Coco con una installazione gigantesca per il defilé. Due immense C che si abbracciano nello spazio infinito in una passerella di discese e risalite per le modelle: l’atelier e lo studio stilistico interno hanno dato una lezione di leggerezza e grazia, in attesa del debutto a ottobre del nuovo direttore creativo Mattew Blazy, a dimostrazione che la storia dell’atelier e l’elogio del tailleur Chanel sono eterni e invincibili.