Mercoledì 27 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Uno spazio per immaginare

Giorgia Arena è passata dal teatro al set approcciando i personaggi come esplorazione "Ma sogno di recitare un testo mio" .

Uno spazio per immaginare

Uno spazio per immaginare

Primo giorno di set, prima scena di ’Gigolò per caso’. Giorgia Arena deve girarla con Christian De Sica: "Ci appartiamo un attimo per provarla e lui se ne esce subito con ’Teatro?’ avendo evidentemente colto la mia provenienza, grazie alla quale ho imparato il sacrificio del mestiere, a metabolizzare il senso del lavoro". Un marchio di fabbrica che, dopo anni di tournèe su e giù per l’Italia in musical come ’Billy Elliot’, ’Flashdance’, ’Mary Poppins’, ’Peter Pan’, si sta portando dietro nel grande salto davanti alla macchina da presa iniziato con la serie ’Bang Bang Baby’ e proseguito in un 2023 occupatissimo con ’Il treno dei bambini’ di Cristina Comencini, ’Il mio posto è qui’ di Cristiano Bortone, ’Ma chi ti conosce? di Francesco Fanuele, ’50 km all’ora’ di Fabio De Luigi in uscita in sala il 4 gennaio.

Ma prima, il 21 dicembre, sarà accanto a Christian De Sica e Pietro Sermonti nella serie Amazon Prime: "Un bellissimo regalo", lo definisce Giorgia che si vedrà nel ruolo di Eva la vicina di casa di Giacomo e Alfonso (padre e figlio gigolò) che occupa la casa che fu di sua nonna, la donna che più di ogni altra ha affiancato la crescita di Alfonso.

Chi è Eva?

"Un’attivista femminista fondatrice del podcast ’Genital’ che insegue la rivoluzione gentile ovvero un’alleanza maschi-femmine".

In questo momento storico è utopia?

"Personalmente avverto una paura profonda per le divisioni tra i sessi. Sono, siamo parecchio arrabbiate".

Personalmente si è trovata coinvolta in esperienze ’spiacevoli’?

"Non in situazioni di violenza esplicita ma in questo periodo di riflessione ho scavato nella mia storia e ho rintracciato episodi di mansplaining che lì per lì non avevo catalogato come tali. Per esempio una volta un regista, dopo un provino, mi disse: “La prossima volta venga vestita più da femmina“. E’ possibile che debba essere un uomo a spiegarmi come devo porre il mio essere?".

Nella sua Eva ha portato anche questo?

"In realtà la fonte d’ispirazione maggiore è stato l’ascolto del podcast di Michela Murgia ’Morgana’ e di ’Senza Rossetto’. Per entrare nel mood li ho ascoltati e riascoltati. E’ un tipo di fruizione che conoscevo poco ma consente di immaginare tanto".

Approdare al cinema in un periodo di cambiamento epocale procura qualche rimpianto per i tempi dominati dal grande schermo?

"Il racconto seriale prende molto lo spettatore e la cosa più importante è la sceneggiatura. Sarebbe importante che si affacciassero alla ribalta scrittori giovani, in grado di portare storie non canoniche. Da spettatrice vedo tanti prodotti sbalorditivi e incredibili. Dico cose tipo ’Scenes from a Marriage’, remake del capolavoro di Ingmar Bergman, o ’Euphoria’".

Com’è nata la passione per la recitazione?

"Mia madre fa l’infermiera ma è un’attrice mancata e io ho sempre amato far ridere anche solo imitando i professori a scuola. Ma tutto è partito veramente e seriamente quando, facendo danza, ho incrociato il linguaggio di Pina Bausch. Lì ho capito che la danza non mi bastava come mezzo di espressione e così spontaneamente mi sono rivolta alla recitazione. E a livello teatrale l’incontro fondamentale è stato quello con Cristina Pezzoli, che mi ha insegnato a osservare quante maschere ci sono nel mondo".

Che cosa le cattura mente e cuore quando le sottopongono un copione?

"Confesso che sul set di ’Gigolò per caso’ ero piuttosto ansiosa ma Sermonti, generosissimo, mi diceva ’Facciamolo succedere’. Cosa vuole dire, che bisogna credere in ciò che accade lì in quel momento senza però dimenticare il processo di immaginazione che si è messo in moto disegnando la geografia del personaggio che devi interpretare. Eros Puglielli, il regista, è stato molto bravo proprio perché ci ha lasciati liberi sapendo però che per improvvisare bisogna essere molto preparati".

Che cosa porterà il 2024?

"Una grande voglie di misurarmi a teatro con un mio testo. Sperando che l’elaborazione del progetto possa essere accompagnato da quell’indennità di discontinuità che mi toglierebbe dall’ambasce di attendere una scrittura, impiegando serenamente e proficuamente il tempo leggendo e studiando".