Venerdì 2 Agosto 2024
STEFANO MARCHETTI
Magazine

Un secolo per il museo del castello di Trento

Il Castello del Buonconsiglio di Trento racconta secoli di storia attraverso principi vescovi, artisti e eventi storici. Quest'anno si celebrano i cento anni del museo, con una mostra su Albrecht Dürer. Il castello, da castrum romano a residenza rinascimentale, è oggi un luogo di cultura e bellezza, parte di una rete di castelli visitati da oltre 300mila persone all'anno.

Quanta storia e quante storie vengono raccontate dal Castello del Buonconsiglio di Trento. Storie di principi vescovi, come il cardinale Bernardo Cles che ampliò il primo nucleo della fortezza, storie di eccelsi artisti, come Dosso Dossi o Girolamo Romanino, che furono chiamati ad arricchirlo di meraviglia, storie di imperatori che lo visitarono, storie di irridentisti come Cesare Battisti o Damiano Chiesa che vennero giustiziati per il loro amore per la patria italiana. Storie di passione, storie di memoria che quest’anno sono vissute ancor più profondamente: al castello di Trento, infatti, si festeggiano i cento anni del museo che venne istituito proprio nell’aprile 1924, grazie all’impegno di Giuseppe Gerola, primo soprintendente e direttore della nuova istituzione. È un anno di celebrazioni e di eventi espositivi, su cui svetta la mostra che fino al 13 ottobre rievoca il passaggio a Trento (fra il 1494 e il ‘95) del giovane Albrecht Dürer e il singolare Rinascimento che fiorì proprio in riva all’Adige: dopo più di 500 anni è tornato eccezionalmente a Trento – grazie a un prestito del British Museum di Londra – anche l’acquerello in cui il pittore tedesco effigiò il Castelvecchio.

Il racconto del Castello parte dal tempo in cui il dosso roccioso che oggi domina la città era sede di un castrum romano. Così come lo vediamo oggi, il potente maniero è l’esito di interventi successivi. Già nel Duecento nacque il Castelvecchio, con la sua impronta romanica, dominato dal mastio imponente (che venne detto Torre d’Augusto): nell’arco del Trecento furono effettuati nuovi lavori, si aprirono finestre gotiche e sulla fine del secolo il principe vescovo Giorgio di Liechtenstein fece ricostruire la Torre Aquila, al cui interno un artista boemo realizzò l’incantevole Ciclo dei Mesi.

Fu poi nel ‘500 che il cardinale Cles decise di ingrandire il complesso, realizzando il cosiddetto ‘Magno Palazzo’, dimora di splendore rinascimentale, e chiamò ad adornarlo gli artisti più ammirati dell’epoca. La Giunta Albertiana, che collega la parte più antica con il nuovo ‘palazzo’, nacque in età barocca, attorno al 1686, per volontà del principe vescovo Francesco Alberti Poja. ’Cognosce te ipsum’, conosci te stesso, è il motto scolpito sul fronte del tempio di Apollo a Delfi che troviamo inciso anche nel marmo della cornice dello specchio rotondo della Loggia veneziana, come a invitare chi passa a guardarsi dentro. Il castello del Buonconsiglio è oggi luogo di cultura e di bellezza.

E pensare che nell’Ottocento, quando anche l’ultimo principe vescovo dovette lasciare il palazzo, era divenuto una caserma militare austro ungarica. Dopo la fine della Grande Guerra, Trento divenne italiana e si avviò un paziente lavoro anche diplomatico per riportare qui opere che erano state trasferite in Austria. E il 27 aprile 1924 venne inaugurato il Museo Nazionale. Dal 1972 il Buonconsiglio è Museo Provinciale d’Arte, cuore di una rete di incantevoli castelli del Trentino, Castel Thun in Val di Non e Castel Stenico nelle Giudicarie, Castel Caldes all’imbocco della Val di Sole e Castel Beseno, la più grande fortezza del Trentino, un sistema museale diffuso, visitato ogni anno da più di 300mila persone. Info su www.buonconsiglio.it