Un romanzo che, in altri tempi, si sarebbe detto potente. Un romanzo che è una tavolozza di colori forti come forte è il ritratto che il pittore-copista deve riprodurre. Eppure quel quadro, conservato nella Galleria di Palermo, ha un che di (molto) inquietante.
Fa perdere la testa, diventa un continuo scambio – anche amoroso – tra passato e presente, sino a raggiungere le buie figure (un buio accecante) dell’Inquisizione. Un romanzo duro. Difficile. Da leggere. Per soffrire e gioire al tempo stesso...