Giovedì 24 Ottobre 2024

Un dispositivo per combattere i disturbi alla prostata

Un dispositivo mininvasivo offre sollievo dai sintomi dell'iperplasia prostatica benigna senza chirurgia. Procedura rapida e efficace, adatta anche a casi particolari. Consulenza specialistica consigliata.

Un dispositivo per combattere i disturbi alla prostata

Un dispositivo mininvasivo offre sollievo dai sintomi dell'iperplasia prostatica benigna senza chirurgia. Procedura rapida e efficace, adatta anche a casi particolari. Consulenza specialistica consigliata.

L‘iperplasia prostatica benigna (IPB) è una condizione maschile comune correlata all’età che causa disturbi del basso tratto urinario.

Per rispondere a questi fastidiosi sintomi è disponibile un dispositivo mininvasivo che può essere inserito senza interventi chirurgici, senza impianti permanenti e senza l’utilizzo di cateteri.

La procedura prevede un’anestesia locale o lieve sedazione, dura 5-10 minuti e il paziente può tornare a casa poco dopo. Il dispositivo rimane in posizione per 5-7 giorni, esercitando una compressione meccanica che rimodella i tessuti prostatici e del collo della vescica, ricreando delicatamente i canali per consentire la fuoriuscita dell’urina. Viene poi rimosso, permettendo un rapido sollievo dai sintomi.

Silvia Secco, urologa, ASST Grande ospedale metropolitano Niguarda, Milano spiega: "Il dispositivo consente di trattare anche pazienti con caratteristiche particolari, ovvero con prostate di piccole dimensioni e colli vescicali alti o stenotici che li renderebbero non idonei ad altre metodologie. La percentuale di successo del trattamento è elevata, anche se, come per tutte le metodiche mininvasive, deve essere considerato un trattamento ponte, in attesa di procedure più definitive, se necessarie. Resta fondamentale la selezione del paziente, delle sue caratteristiche anatomiche e delle sue esigenze: consigliabile quindi rivolgersi a centri con esperienza".