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Gentile di cognome e di fatto- Federica Gentile mi accoglie con voce pimpante e tanta voglia di raccontarsi, ma anche...
Gentile di cognome e di fatto- Federica Gentile mi accoglie con voce pimpante e tanta voglia di raccontarsi, ma anche di ascoltare. Conduttrice radiofonica e televisiva e docente alla Sapienza di Roma, ha fatto della parole e del racconto il file rouge di tutta la sua carriera. "La radio per me è vita. Sono nata e cresciuta con lei, è dentro di me da sempre. Ho cominciato che avevo quindici anni, ma proprio di recente ho ritrovato delle bobine realizzate con il registratore di mio padre dove dicevo oggi non sono andata all’asilo. Facevo già una protoradio (ride)."
Un’antesignana dei podcast?
"Esatto, a quattro anni facevo dei podcast ante litteram. Non è una tradizione di famiglia, nessuno in casa mia ha mai fatto radio. Una stranezza tutta mia sulla quale indagare, forse è scritta dentro le mie cellule".
Perché proprio la radio?
"La radio aveva il vantaggio di proteggere l’immagine. Certo oggi questo non è più valido, oggi c’è la radio visione, però all’epoca un po’ ti tutelava e io non amavo apparire. Era come una corazza".
È timida?
"No, mai stata, sono sempre stata loquace, anche sopra le righe. Timida mai".
Il programma che porta nel cuore?
"Il primissimo che ho fatto nell’89. Si chiamava Tempo giovani. Il Direttore del programma all’epoca era Corrado Guerzoni, mi sedeva accanto. Avevo 19 anni e mi scriveva sui dei foglietti ciò che dovevo fare. Una palestra pazzesca. Guerzoni era una persona con una statura intellettuale altissima e sono onorata di aver averlo avuto come Direttore".
La passione per la radio è nata sui banchi di scuola?
"Tra i banchi di scuola in realtà è nata la passione per il teatro. L’amore per la radio è fiorito negli stessi anni, ma fuori dalle aule. La domenica mattina io e un mio amico trasmettevamo alla radio da Bracciano, un paesino sul lago in provincia di Roma. Quattro ore di programma, dove ho imparato a mettere mani sulla console".
Lei é anche docente alla Sapienza, come vede i giovani?
"Penso tutto il bene possibile dei ragazzi, sono curiosi. Tengo un corso Storia della Radio e della Televisione e Contenuti e Mercati della Radiofonia. I miei studenti hanno voglia di radio, per quanto molti esperti affermino il contrario. Vedo tuttavia una generazione provata dalla pandemia. Bisogna infondere loro fiducia. I giovani vanno ascoltati perché sono ricchi di idee per il futuro".
Che consiglio darebbe a chi vuole iniziare a lavorare nel mondo della radio?
"Serve studiare tanto. Non basta avere la parlantina e una bella voce, chiaramente qualità sempre gradita, ma bisogna avere dei contenuti. Suggerisco di iniziare dalle radio universitarie perché sono luoghi formativi. Palestra e studio, ecco cosa dico ai giovani. È un mestiere che si impara sporcandosi le mani".
Playlist, in onda su rai2, cosa le sta dando?
"Amo la musica. È uno spazio che mi diverte e mi riporta all’ adolescenza, quando la musica era in TV. Sono felicissima di condurre il programma con Gabriele Vagnato, ragazzo pieno di talento e di idee".
Quali ospiti del programma l’hanno emozionata?
"Difficile scegliere. I Negramaro mi hanno coinvolto moltissimo. Ma amo tutti gli artisti invitati perché rappresentano il meglio della musica oggi in Italia".
L’intervista di cui va più fiera?
"Rita Levi-Montalcini. L’incontro più emozionante della mia vita. Era un punto di riferimento da piccola perché, tra le mille versioni di me, c’era quella della ricercatrice".
Chi è Federica fuori dal lavoro?
"Sono una persona tranquilla. Amo molto stare in casa. Mi piace riflettere e curare le mie passioni. Sono molto credente e in questo devo ringraziare Papa Francesco che ha molto rafforzato la mia fede".
Che rapporto ha con Roma?
"Amore e odio. Non potrei forse vivere in nessun altro luogo, ma vorrei un po’ più ordinata e meno maleducata. Mi riferisco ai parcheggi, al caos che porta con sé. In fondo però il disordine fa parte della sua bellezza. È una città che continua a stupirti. Cammino ogni giorno da quasi cinquant’anni e riesco quasi sempre a scoprire qualcosa di nuovo".