Con la rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, il popolo americano si ritrova di fronte a una versione del Paese che riteneva superata quattro anni fa e che invece, in qualche modo, ha ripristinato. Lo slogan della campagna elettorale della rivale Kamala Harris, ‘We are not going back’, ‘Non torneremo indietro’, si è rivelato un errore di prospettiva e valutazione. “Sarà l’età dell’oro dell’America”, ha promesso il neo eletto 47esimo presidente degli Stati Uniti che, contestualmente, ha fatto una promessa anche per la situazione internazionale contrassegnata da conflitti e tensioni: “Dicono che inizierò delle guerre, ma non lo farò, vi metterò fine”. Come sta reagendo il mondo dello spettacolo alle novità politiche e alle prospettive future?
La sconfitta di Harris
La maggior parte dello star system attuale di Hollywood si era prodigato a favore della Harris, organizzando raccolte fondi su Zoom, condividendo messaggi di supporto sui social media e partecipando attivamente soprattutto nei territori “in bilico” (i cosiddetti Swing States), dove, dai sondaggi, non emergeva una netta preferenza né per l’uno né per l’altra candidata in lizza. La sconfitta della politica democratica è stata per molti un duro colpo. E mentre la prima vittoria di Trump, nel 2016, era sembrata un fulmine a ciel sereno, che aveva spinto la comunità creativa a unirsi alla resistenza, questa volta il sentimento è diverso
Perplessità e rassegnazione
In base a quanto ha riportato ‘Vanity Fair’, secondo il capo di Warner Bros. Discovery, David Zaslav, la nuova amministrazione sarà più incline ad approvare fusioni, il che, da un punto di vista aziendale, potrebbe essere visto favorevolmente. Tuttavia, restano preoccupazioni e perplessità su come potrebbe reagire Trump, noto per la sua antipatia verso i media e il forte desiderio di rivincita, di fronte a critiche aspre. Il programma ‘Saturday Night Live’ ha ironizzato su questa apprensione durante il suo sketch d’apertura, con il cast che scherzosamente dichiarava il proprio sostegno a Trump. “Continuo a svegliarmi nel cuore della notte urlando. Di gioia, ovviamente” ha affermato con tono sarcastico l’attrice e comica Ego Nwodim. Gli studi cinematografici e le piattaforme di streaming potrebbero avere anche un altro timore, quello, cioè, di inimicarsi la maggioranza degli elettori che gli hanno consegnato una vittoria decisiva. Fonti anonime occupate in agenzie specializzate nell’entertainment rimarcano che, mentre nel 2016, in occasione del primo mandato di Trump, sembrava esserci una reazione all’insegna della rabbia e dell’opposizione, con gli animi delle persone motivati a cambiare le cose, ora, nel 2024, pare esserci una mesta rassegnazione.
Gli scenari possibili
La rielezione di Trump evoca fatalismo e un diffuso senso d’impotenza di fronte alla sistematica erosione dei diritti civili e all’avanzata di una politica xenofoba e misogina. In questo contesto, è probabile che vedremo opere intellettuali e artistiche ancora più cupe, ispirate al senso di desolazione e smarrimento che hanno contrassegnato i primi anni Duemila in seguito agli attacchi terroristici dell’11 settembre. Le imprese e le maestranze di Hollywood, però, nel pieno delle turbolenze economiche del mercato, potrebbero semplicemente preferire evitare rischi, puntando su lavori dai contenuti più neutri o, al contrario, improntati sulla tradizione e sul conservatorismo, mentre la creatività più audace e la sperimentazione potrebbero caratterizzare di più produzioni indipendenti o straniere. Un’altra grande incognita resta quella del pubblico, che appare sempre più frammentato, frazionato ulteriormente dagli algoritmi che incidono sull’esperienza della fruizione audiovisiva e riducono la possibilità di condivisione collettiva nelle classiche sale cinematografiche o davanti alla televisione, come accadeva in passato. Vari esperti hanno sottolineato che la risposta delle major e degli artisti al trumpismo, così come quella degli spettatori, sarà comunque lo specchio delle profonde divisioni di una nazione, tutto sommato, ancora in cerca della propria identità.