Mercoledì 4 Dicembre 2024
VIVIANA PONCHIA
Magazine

Totti-Ilary, Ravera: "Corna e coppie scoppiate. Che tristezza l’autogossip"

"L’intimità non esiste più, si litiga in piazza: è tutto piccino e noioso. Prima il tradimento era letteratura. Oggi si tradisce se stessi spiando i telefonini"

Totti e Ilary: c'eravamo tanto amati

Totti e Ilary: c'eravamo tanto amati

Ora siamo qui a parlare di Totti e del suo autogossip. Di chi ha messo le corna per primo. Di quanto si diventa tristi e meschini a colpi di messaggi rubati. Questo prendersi e lasciarsi, queste storie magnifiche che trasformano le coppie in associazioni a delinquere. Ci si fa male, si perde la testa. E con la fiducia spariscono anche i Rolex e le borsette. È sempre stato così, perché tutta la vita umana è tradimento e, come avvertiva Nietzsche, l’amore per uno solo una barbarie in quanto viene esercitato a spese di tutti gli altri? O invece abbiamo cominciato a imbrogliare peggio, ad alta voce, senza classe? Il paradiso terrestre è una condizione insostenibile, si sapeva. Come un matrimonio felice?

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Lidia Ravera, lei che ha raccontato e continua a raccontare l’amore e il suo lato in ombra, può aiutarci a capire se abbiamo toccato il fondo o possiamo andare anche più giù?

"Non siamo messi peggio che in passato quanto a dinamiche. E le riviste di gossip sono sempre esistite. Sono stupita che un grande quotidiano dia tanta attenzione a una coppia di personaggi impegnati a farsi i dispetti dentro una bolla di odio. Ma chissenefrega. Non mi appassiona e non ci vedo un segno dei tempi. Non dobbiamo per forza imitare gli adolescenti. L’amore, come tutto il resto, deve evolversi. A quarant’anni è ridicolo fare il ragazzino che piange al telefono o balla su Tik Tok. E peggio per chi gradisce il genere".

Sono in tanti a gradire.

"Ecco, in questo qualcosa è cambiato. L’intimità non esiste più, si litiga in piazza. Se i sentimenti non sono resi pubblici non ti diverti. È diventato tutto più piccino e noioso".

Ma il tradimento ha qualità letterarie formidabili. E quello degli altri è divertente.

"Non lo metto in dubbio, ma è una parola che non mi piace perché prevede un patto di ferro con regole e comma. Fuori dal romanzo e dentro la coppia presuppone poi la menzogna, ingrediente sicuro per il fallimento di una relazione. In latino tradere voleva dire consegnare, implicava un passaggio e in qualche modo una maturazione. Giuda consegna Gesù ai suoi nemici, lo stesso Gesù consegna al padre il suo smarrimento: “Dio mio, perché mi hai abbandonato?“. Tradisce Eva, tradisce Pandora quando apre il vaso, tradisce Elena. Ginevra tradisce con Lancillotto e salta in aria la Tavola Rotonda. Nel romanzo ottocentesco sono quasi sempre le donne a tradire. Anna Karenina, Madame Bovary".

Adesso, secondo suo marito, Ilary Blasi. Quindi l’adulterio è donna?

"Il protagonista dell’ Ulisse di Joyce è un uomo tradito. E siamo già nel Novecento. Ma Tomas nell’ Insostenibile leggerezza dell’essere di Kundera contraddice la teoria: ama Tereza e non riesce a rinunciare alle sue amanti. Diciamo che storicamente le donne hanno sempre puntato sull’amore più degli uomini, quindi è logico che a tradire siano state soprattutto loro. Il signor Bovary era noioso e madame ne ha cercato un altro. Ma oggi la distanza si è ridotta, anche noi troviamo nella carriera e nel mondo le nostre soddisfazioni vicarie".

È peggio tradire o spiare sul telefonino in cerca di indizi?

"Tradire in sé non è condannabile se la storia mostra la corda e ti innamori di un altro. Pessimo è tradire se stessi chiedendo a un telefonino quanto la tua felicità dipenda dall’altro. Un amore sano e leale non ha bisogno dei servizi segreti".

Qualcuno fa l’apologia del tradimento: ravviva la relazione.

"Nel breve termine forse sì, la trasgressione porta ossigeno. Ma non dura, perché una storia d’amore è basata sulla fiducia. Negli anni in cui tutto era politica la mia generazione si è impelagata in esperimenti interessanti mettendo sotto critica la morale borghese, il capitalismo e le relazioni fondate sul possesso. Coppia aperta, un gran lavoro per ridurre i danni psicologici della gelosia. È stato faticosissimo. In certi casi si è risolto in una carneficina. Ma almeno avevamo in mente uno schema: la riconquista quotidiana dell’altro senza darlo per scontato. Ci siamo resi conto che eliminare la gelosia, figlia dell’invidia, è quasi impossibile. Quindi lacrime e sangue. Per questo non ha senso domandarsi se soffra di più il tradito o il traditore, va da sé che a stare da cane è il primo".