Giovedì 7 Novembre 2024
NINO FEMIANI
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Toto Cutugno, Al Bano: “Un menestrello della musica popolare colta”

Il cantante pugliese ricorda il collega e l’amico: “Eravamo l’espressione della musica italiana nel mondo. Molti ci hanno preso in giro, ma i nostri spettacoli hanno contribuito a diffondere la cultura italiana nel mondo”

Al Bano e Cutugno

Al Bano e Cutugno

Roma, 22 agosto 2023 - Al Bbano Carrisi è commosso. La morte di Toto Cutugno lo colpisce anche se sapeva da tempo che lui non stava bene. "Se ne va un gigante della musica popolare italiana. Uno che ha lasciato il segno. Ce ne accorgeremo tra dieci anni quanto è stato grande Toto Cutugno". Lei e Toto eravate considerati i massimi rappresentanti di un filone musicale che veniva talvolta dileggiato perché considerato non al passo con i tempi. "Rispondo per me, visto che Toto non può più rispondere: erano attacchi scaturiti dall’invidia, dal nostro grande successo non a livello italiano, ma internazionale".

Toto Cutugnoa, “L’italiano” che catò con l’Armata Rossa a Sanremo Avete mai suonato insieme? "Sì tante volte, soprattutto all’estero. Abbiamo fatto tournée in mezzo mondo, dalla Russia all’Austria, dall’Olanda alla Germania. Con me c’era lui, Pupo, i Ricchi e Poveri. Eravamo l’espressione della musica italiana nel mondo, l’estensione di una tradizione musicale che era davvero il ‘made in Italy’. Molti ci hanno preso in giro, ma i nostri spettacoli hanno contribuito a diffondere la cultura italiana nel mondo e in questo Toto è stato uno dei personaggi centrali. Un italiano vero, come dice la sua canzone, adorato in Francia, in Spagna dove hanno tradotto le sue canzoni".

La stampa estera lo celebra. Edi Rama: “Eri un grande” Come definirebbe Cutugno? "Lo definirei un cantautore a tutto tondo, un menestrello della musica popolare colta. Ha scritto canzoni indimenticabili non solo per sé ma anche per Celentano, per Mina, per Fausto leali, i Ricchi e Poveri". Tante volte sul palco dell’Ariston, come lei. Un vero affezionato. "Sì ho letto che detiene insieme a me il record delle presenze al Festival di Sanremo. La sua era una presenza prestigiosa".

L’italiano che cantava il mondo. I ricordi da Baudo a Orietta Berti Ha un ricordo personale di Toto? "Sì, tanti. Era una persona introversa, silenziosa, ma generosa, gentile e sempre cortese. Lo sguardo appariva crucciato ma lui, dentro, era un bambino, incantato dal mondo che lo circondava. Una bella persona, questo mi ricordo di lui". Sia lei, Albano, sia Cutugno siete stati in questi anni definiti un po’ come dei cantanti ‘filoputiniani’, probabilmente per le parole spese negli anni passati nei confronti dello zar russo. Era un’esagerazione, un’etichetta?

“L’italiano” la scrisse per Celentano, ma lui non vole cantarla "Io suonato cinque volte per Putin. L’ho detto già altre volte: ho suonato per lui fino a che mi appariva un uomo di pace. La guerra in Ucraina è stata un grandissimo errore, spero di poter fare un concerto a Kiev quando ci sarà la pace". Cosa rimane della musica di Toto Cutugno, qual è la sua eredità? "E’ un’eredità enorme, molti artisti italiani gli devono dire grazie e gli sono riconoscenti. Ma penso che il suo seme, che già si vede oggi, germoglierà pienamente in futuro. Se mi intervista tra dieci anni riparleremo della sua eredità musicale".