Fra i vari avvertimenti che abbiamo ricevuto in questo periodo per limitare il rischio di contagio, c'è quello di
non toccarsi il volto: attraverso le mani gli agenti patogeni – e in particolare il Coronavirus – possono entrare nell'organismo dagli occhi, dalla bocca e dal naso. Eppure ci tocchiamo la faccia in continuazione,
molto più spesso di quanto ci rendiamo conto, spinti da un istinto compulsivo perlopiù inconscio. Ma cosa ci induce a questo comportamento? Uno studio condotto dal
Weizmann Institute of Science sostiene che lo facciamo per annusarci le mani.
Quando ci tocchiamo il naso annusiamo le mani
Lo studio è frutto dell'incrocio di varie ricerche precedenti. Una di quelle citate ha rilevato che il comportamento di toccarsi la faccia
è comune in molte specie di primati: nel corso di un esperimento gorilla, scimpanzé e oranghi sono stati osservati a farlo in media una volta al minuto, mentre i soggetti umani lo facevano in media 13 volte ogni venti minuti. Un'altra analisi condotta su un campione di studenti di medicina ha riscontrato che
si toccavano il volto in media 23 volte all'ora, e che sette di questi tocchi erano rivolti direttamente alle narici.
Un ulteriore studio su 33 partecipanti ha osservato che, quando portavano le mani al naso,
il flusso d'aria inspirata aumentava del doppio: in altre parole, si annusavano le mani. I ricercatori del Weizmann Institute hanno inoltre condotto un nuovo sondaggio online sulle abitudini olfattive delle persone, da cui è emerso che l'atto di annusare noi stessi (ma anche gli altri)
avviene perlopiù inconsciamente, ma che, di fronte a domanda diretta, ci rendiamo conto di farlo.
Perché ci annusiamo le mani?
I dati convergono quindi a una conclusione: ci tocchiamo il volto in continuazione e spesso lo facciamo per annusarci le mani, che ne abbiamo consapevolezza o meno. Su quale siano le cause alla base del comportamento, per ora i ricercatori possono solo avanzare delle ipotesi: potrebbe essere
un modo per avere percezione di sé e della propria identità, o per raccogliere informazioni sul proprio corpo (ad esempio sentire se abbiamo un cattivo odore) e sulle altre persone o sugli oggetti che abbiamo toccato.
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