Giovedì 26 Dicembre 2024
ROBERTO DAVIDE PAPINI
Magazine

Fumetti, i 90 anni dell'intrepido Tintin

Le avventure del reporter creato da Hergé sono sempre ricche di fascino. Una narrativa ancora attuale

Tintin compie 90 anni

Per una felice coincidenza, all’inizio dell’anno in cui il mondo celebrerà i 50 anni dal primo uomo sulla Luna (20 luglio 1969), compie 90 anni un personaggio che nei fumetti l’aveva conquistata nel 1953, facendo la sua passeggiata lunare assai prima di Neil Armstrong.  Parliamo di Tintin, l’intraprendente e avventuroso reporter belga, creato da Georges Remi (con lo pseudonimo di Hergé) uno dei miti della storia del fumetto e della narrativa in genere. L’esordio per Tintin, infatti, è quello del 10 gennaio 1929 con "Tintin nel Paese dei Soviet" sul settimanale cattolico Le Petit Vingtième. Da qui è stata una lunga serie di successi grazie ai 24 albi (il 24esimo Tintin e l’Alph Art Hergé non l’ha potuto completare), serie animate, lungometraggi, una vasta realizzazione di saggistica e una sterminata produzione di gadget di tutti i tipi.  Coraggioso e curioso, affiancato dall’inizio dall ’immancabile cagnolino Milou e poi anche dal Capitano Haddock e dallo scienziato Trifone Girasole, Tintin vive avventure in giro per il mondo (dal Congo al Tibet) e oltre (vedi le due avventure lunari) in storie dove non manca mai una buona dose di umorismo. Proprio il secondo albo, "Tintin in Congo" (del 1931) sarà riproposto a colori e in formato rimasterizzato. L’idea di Nick Rodwell, amministratore di Moulinsart (la casa editrice) «è di pubblicare una versione a colori ogni due anni» dei nove album che in edizione originale erano usciti in bianco e nero, ha precisato un portavoce della società che edita le avventure del reporter belga. Il primo albo "Tintin nel Paese dei Soviet" era stato riproposto a colori due anni fa e aveva venduto 300 mila copie.  L’avventura in Congo, scritta in pieno periodo coloniale (ma poi “corretta” da Hergé nel dopoguerra) è stata al centro più volte di accuse di razzismo perché gli indigeni sono effettivamente rappresentati come dei selvaggi rispetto ai bianchi evoluti, ma non si può scindere il giudizio dal contesto in cui quest’avventura è stata scritta e giudicarla con gli occhi di oggi. D’altronde, alla luce del “politicamente corretto” odierno, sarebbero ben poche le opere a fumetti (e non solo) a salvarsi. Sull'albo c'è stata anche una sentenza del 2012 della Corte d'appello di Bruxelles che ha chiuso la polemica affermando che il fumetto di Hergè non contiene elementi razzisti e non è "cattivo". Di certo resta il fatto che le avventure di Tintin sono un fenomeno di successo planetario, con una capacità narrativa dell’autore cresciutà nel corso degli anni. Un fumetto ancora attuale a 90 anni di distanza, come ci ricorda Gianfranco Goria, grande esperto del fumetto franco-belga e autore del libro "Tintin: un giovanotto di 90 anni" di prossima uscita per Il Pennino: «Sono proprio le caratteristiche della serie, e dei suoi personaggi, ad avere qualcosa di atemporale, sia nella grafica, sia nei contenuti. L’immedesimazione del lettore nei personaggi è favorita dal segno particolarmente leggibile, ma sufficientemente “neutro” da consentire a chiunque di sentirsi un po’ Tintin, un po’ Haddock, un po’ Dupond/t. L’uso di quella che poi sarebbe stata definita la linea chiara, inoltre, rende leggibile ogni parte del disegno con chiarezza e ci si può tornare su più volte per trovare un dettaglio o un altro ancora (spesso scoprendo piccole gag visive aggiuntive). Il mix di avventura “seria” e di umorismo ben dosato allarga ulteriormente la possibile platea di lettori». In effetti, le storie raccontate da Hergé sono tutt’ora godibilissime da bambini e adulti (Tintin, soprattutto nel mondo francofono è considerato un fumetto per famiglie) e il tratto grafico della “linea chiara” mantiene tutto il suo fascino e la sua capacità narrativa.  Al centro di questa festa per i 90 di Tintin, ovviamente, sarà Bruxelles. Amato in tutto il mondo, è una sorta di eroe nazionale del Belgio, personaggio unificante di un Paese composito che è diventato il simbolo della solidarietà, dell’orgoglio e della reazione civile dei belgi dopo gli attentati del marzo 2016. Non male per un 90enne.