Una donna in una società fatta ancora da soli uomini, spesso l'unica donna: Tina Anselmi di Castelfranco Veneto, scomparsa nel 2016 nella stessa città dove era nata, è stata partigiana, sindacalista, deputata e ministra ed è, tutt'oggi, una "madre" della Repubblica italiana. In occasione della festa della Liberazione, Rai1 propone "Tina Anselmi – Una vita per la democrazia" (ore 21:30), il film diretto da Luciano Manuzzi che racconta e celebra la vita, il pensiero e gli ideali di questo simbolo della democrazia.
Sarah Felberbaum è Tina Anselmi
Nei panni della primo ministro donna della storia italiana c'è l'attrice 43enne Sarah Felberbaum, già in "Bentornato Presidente!" (2019), "Come un gatto in Tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto" (2021) e la serie "I Medici". A lei il compito di dipingere una Tina Anselmi che diventa partigiana a sedici anni, si impegna come sindacalista e poi entra in Parlamento con la Democrazia Cristiana, assumendo infine la carica di presidente della commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2. "Ho letto e studiato tantissimo perché ho sentito immediatamente la responsabilità di questo ruolo", ha dichiarato Felberbaum. "Questo film può insegnare alle nuove generazioni che la battaglia per la parità va avanti da tanti anni, e non è il momento di fermarsi". Con lei anche Alessandro Tiberi (Giovanni Di Ciommo), Sara D'Amario (Nilde Iotti), Gaetano Aronico (Aldo Moro), Enrico Mutti (Benigno Zaccagnini), Andrea Pennacchi (Ferruccio), Benedetta Cimatti (Francesca) e Antonio Piovanelli (Sandro Pertini).
Giovane partigiana
La storia di Tina Anselmi è fatta di coraggio, impegno sociale e passione per la vera politica. La molla scatta sul finire della Seconda Guerra Mondiale quando, ancora adolescente, si unisce alla Brigata autonoma “Cesare Battisti” come staffetta partigiana, nelle montagne trevigiane, per poi entrare nel Corpo Volontari della Libertà. All'Università Cattolica di Milano prende una laurea in lettere e, mentre insegna nelle scuole, inizia a farsi notare dall'ambiente sindacale e politico. La Dc è la sua casa d'adozione: nel 1968 Anselmi viene eletta per la prima volta alla Camera dei deputati.
La prima ministra
Nel 1976 Anselmi entra definitivamente nella storia della Repubblica quando viene nominata ministro del Lavoro: è il terzo governo Andreotti e lei diventa la prima donna, in Italia, a ricoprire questa carica. Nel 1978 passa alla guida del Ministero della Sanità: è lei che firma prima la legge n. 194 per l'interruzione volontaria di gravidanza, poi la legge n. 833 con cui nasce, di fatto, il Sistema Sanitario Nazionale. I principi su cui si basa la norma sono l'universalità, l'uguaglianza e l'equità del servizio per tutta la popolazione: dietro alle conquiste sociali e civili più importanti e rivoluzionarie c'è lei, una donna tra gli uomini.
La loggia P2 e la prospettiva del Quirinale
Nel 1981 Nilde Iotti, allora presidente della Camera – anche lei prima donna a ricoprire la terza carica dello Stato italiano –, affida ad Anselmi il ruolo presidenziale nella Commissione d'inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio Gelli. I lavori proseguono fino al 1985 e dalla relazione finale ne esce il ritratto impietoso di politici, imprenditori, giornalisti e personaggi delle istituzioni legati al sottobosco malavitoso della società. Divenuta ormai una garanzia di imparzialità e integrità, più volte Anselmi è stata vicina a diventare anche la prima presidente donna della Repubblica, come nel 2006, quando l'idea della sua candidatura partì da un blog su Internet e si diffuse a macchia d'olio grazie a un passaparola mediatico senza precedenti.
La riedizione di "Storia di una passione politica"
In occasione del film targato Rai, la casa editrice Chiarelettere ha lavorato a una nuova veste grafica di "Storia di una passione politica", il volume di Tina Anselmi scritto con l'aiuto di Anna Vinci, la stessa di "I diari segreti di Tina Anselmi sulla P2", e la prefazione di Dacia Maraini. Il libro, pubblicato per la prima volta nel 2006 da Sperling & Kupfer, è una preziosa finestra sulla persona dietro all'istituzione: "Vorrei – ha detto Anselmi - che voi sfogliaste insieme a me l'album di ricordi, con i volti dei miei tanti compagni e compagne di grandi e piccole battaglie".
Protagonista dei cinquant'anni più controversi e allo stesso tempo effervescenti della storia nazionale, Tina Anselmi ha saputo confrontarsi con l'oppressione, la disuguaglianza e il potere deviato uscendone da vincitrice. Il messaggio più importante è quello lasciato alla posterità: "Nessuna vittoria è irreversibile. Noi non possiamo abdicare, dobbiamo ogni giorno prenderci la nostra parte di responsabilità perché solo così le vittorie che abbiamo avuto sono permanenti".