L’Amministrazione americana potrebbe impedire l’accesso al social cinese Tik Tok, in quanto il suo utilizzo minaccia la sicurezza nazionale. E intanto in India – dove Tik Tok è stato già bloccato – spopola Roposo, un nuovo social di condivisione video.
Le parole di Pompeo
“Il Governo degli Stati Uniti d’America sta prendendo in considerazione l’ipotesi di bloccare l’utilizzo di Tik Tok su tutto il territorio nazionale: scaricando l’app si consegnano informazioni private nelle mani del Partito comunista cinese”. Sono queste le dichiarazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo durante un’intervista a Fox News, parole che gettano un’ombra pesante sul futuro del social cinese nel momento di maggior crescita. L’accusa dell’Amministrazione americana riguarda ByteDance, la società cinese che possiede la popolare app, accusata di fornire informazioni private al Partito comunista cinese.
La replica di Tik Tok
La replica dei vertici di Tik Tok non si è fatta attendere e, attraverso un portavoce, la società cinese ha dichiarato di “essere guidata da un Ceo americano [Kevin Mayer, ex Disney, ndr] e poter contare su centinaia di dipendenti statunitensi. La nostra unica priorità – si legge nel comunicato - è creare un ambiente sicuro per tutti i nostri utenti. Non abbiamo mai fornito dati al governo cinese e non abbiamo intenzione di farlo in futuro”. Parole forti che cercano di gettare un po’ di acqua sul fuoco sul polverone alzato dalle dichiarazioni di Pompeo.
Il social indiano
Le minacce ai numeri di Tik Tok, però, non arrivano solo dagli Stati Uniti. Anche in India, dove il social cinese è stato da poco bannato dopo lo scontro politico con Pechino, si stanno cercando delle alternative. È il caso, ad esempio, di Roposo, un'app indiana di social media nata nel 2014 per la condivisione di video (e molto simile a TikTok) che ha visto la sua base di utenti salire di ben 22 milioni in soli due giorni dopo che l'India ha bandito le app cinesi.