C’è molta attesa, tra i fan di ‘The Crown’, per l’uscita della seconda parte della sesta e ultima stagione della serie, disponibile su Netflix dal 14 dicembre. Si tratta dei sei episodi conclusivi, da 60 minuti ciascuno. Quando è stata messa online la prima parte, la serie ha immediatamente conquistato la Top 10 della piattaforma. Tuttavia non sono mancate recensioni piuttosto critiche e varie polemiche, legate soprattutto alla presenza del fantasma di Diana – morta per un incidente d’auto sotto il tunnel de L’Alma a Parigi nella notte tra il 30 e il 31 agosto 1997 – in un paio di scene.
William e Kate
Nelle puntate inedite, la storia seguirà le vicende del principe William a St. Andrews. È lì che l’attuale erede al trono ha incontrato Catherine (Kate) Middleton, colei che oggi è sua moglie e madre dei suoi tre figli, George, Charlotte e Louis. Mentre Rufus Kampa ha interpretato il principe William da adolescente nei primi quattro episodi, nella seconda parte di ‘The Crown 6’ il primogenito di Carlo e Diana ha le sembianze di Ed McVey, che si è formato presso il Drama Centre London. Meg Bellamy interpreterà la principessa del Galles durante gli anni da studentessa universitaria, alle prese con la storia dell’arte (in cui poi si è laureata). Bellamy è cresciuta nel Berkshire, a 20 miglia dal luogo in cui è cresciuta la Middleton, a Buckleberry, e ha ottenuto il ruolo che le ha fatto decollare la carriera dopo aver visto un annuncio di casting su X, all’epoca Twitter. Come Emma Corrin prima di lei, nei panni di Lady D prima di Elizabeth Debicki, la giovane Bellamy è già diventata una beniamina dei marchi di moda e dei red carpet.
Harry
Il principe Harry, fratello minore di William, sarà interpretato da Luther Ford, che, secondo quanto risulta anche dai giornali inglesi, sta ancora frequentando i suoi studi cinematografici a Bournemouth. Per quanto riguarda l’attuale duca di Sussex, i primi anni Duemila – quelli ripercorsi da ‘The Crown 6’ – lo hanno visto confrontarsi con la tragica perdita di sua madre a Eton, trascorrere un anno sabbatico in Australia e infine iscriversi a Sandhurst, iniziando effettivamente la sua carriera militare.
Da Margaret a Carlo e Camilla
Imelda Staunton torna a interpretare la regina Elisabetta II, alle prese con una monarchia da ridefinire in seguito alla scomparsa di Lady Diana, un momento critico, oltre che doloroso, che ha rappresentato un prima e un dopo nel rapporto tra Windsor e sudditi. La principessa Margaret, sorella di Queen Elizabeth, è Lesley Manville. Jonathan Pryce recita nei panni di Filippo, Carlo ha il volto di Dominic West, Camilla Parker Bowles ha le sembianze di Olivia Williams. Al di fuori della royal family, ma legato a loro, c’è anche Bertie Carvel nei panni del primo ministro Tony Blair. Nell’ultima parte della sesta stagione di ‘The Crown’ la principessa Margaret fa i conti con un ictus e deve rivedere il suo stile di vita. Mentre le sue condizioni di salute peggiorano, la secondogenita di Giorgio VI e di Elizabeth Bowes-Lyon riflette su una serata particolare vissuta con sua sorella durante la Giornata della Vittoria in Europa nel 1945. I ricordi di quei momenti e gli insegnamenti di Elisabetta la confortano durante gli ultimi giorni della sua vita. Con la scomparsa della sorella e della madre, il Giubileo d'oro e l'approvazione del matrimonio tra il principe Carlo e Camilla, la regina riflette sul suo regno e sulla sua eredità. Avvicinandosi al nono decennio, è costretta a esaminare cosa sia meglio per il futuro della monarchia
Altre curiosità
‘The Crown’, arrivata su Netflix nel 2016, ha ottenuto numerosi premi e nomination, tra cui BAFTA, Golden Globe e Emmy. Peter Morgan, sceneggiatore di punta della serie, si è preso qualche libertà creativa anche in quest’ultima parte. È stato dichiarato anche dallo stesso professionista. Anche la piattaforma Netflix ha ripetutamente sottolineato che la serie è frutto di una rappresentazione fittizia. In parallelo, però, va anche detto che il mondo narrativo di ‘The Crown’ è stato al centro di una ricerca approfondita da parte di un team di cinque persone, guidato da Annie Sulzberger. Pare che nei loro uffici londinesi siano ospitati oltre 1.000 volumi, da cui è stato tratto gran parte del materiale utilizzato da Morgan e dai suoi collaboratori.