Venerdì 20 Dicembre 2024

Perché dormire in albergo quando puoi farlo in un tempio?

In Giappone, sull'altipiano del Monte Koya (Koya-san), è possibile farsi ospitare da uno degli oltre 100 templi buddisti. Bisogna però comportarsi bene

Un tempio di Koya-san

Anche senza sperimentare il turismo spirituale, quello che ha nella preghiera la sua ragione d'essere, è comunque possibile scegliere di dormire in un tempio buddista piuttosto che in un albergo: è pratica comune a circa mezz'ora di treno dalla città di Osaka e per la precisione sull'altipiano del Monte Koya (Koya-san), uno dei luoghi più sacri del Giappone, che vanta oltre cento templi, alcuni vecchi di 1200 anni. TURISMO: DORMIRE IN UN TEMPIO Il primo insediamento di Koya-san risale all'inizio del IX secolo, grazie al monaco buddista Kukai, che è stato un religioso, poeta, diplomatico, linguista, calligrafo e ingegnere, tanto da essere considerato come uno dei padri della cultura giapponese. Oggi Koya-san è una meta molto ambita dai turisti e numerosi templi si sono attrezzati per ospitare nelle loro foresterie viaggiatori e pellegrini. UN TEMPIO NON È UN ALBERGO Alcune sistemazioni sono più confortevoli di altre, ma tutte hanno la medesima caratteristica: diversamente dagli alberghi, il cui scopo è cercare di soddisfare i clienti, i templi restano luoghi di culto e quando aprono le loro porte ai turisti lo fanno conservando questa vocazione primaria. È un'osservazione che vale la pena di fare perché il notevole aumento di visitatori (in Giappone il numero è cresciuto di sei volte negli ultimi quindici anni) ha anche convinto alcuni media conservatori a coniare il termine "kanko kogai": traducibile con "inquinamento da turismo", si riferisce agli stranieri che prendono d'assalto località famose senza il rispetto che meriterebbero. Oppure, come nel caso dei templi di Koya-san, dimenticandosi di essere accolti all'interno della vita religiosa dei fedeli, con le sue regole e tradizioni. Ad esempio la cucina rigorosamente vegetariana. A luglio di quest'anno, esasperato forse dal troppo kanko kogai, un monaco buddista rispose per le rime ai commenti di turisti che, dimostrando di non aver capito quale tipo di ospitalità avevano sperimentato, parlavano negativamente del tempio che li aveva accolti. Volarono stracci, come si dice, e lo scambio di messaggi su Twitter divenne virale. Per dire, di fronte a un ricordo poco soddisfatto del cibo mangiato, il monaco rispose: "Yeah, it’s Japanese monastic cuisine you uneducated fuck". Insomma, l'esperienza di dormire in un tempio buddista merita di essere fatta, però nel modo giusto. E magari evitando i periodi di alta stagione, così da godersi meglio il silenzio e la natura. Leggi anche: - Il monaco buddista all'attacco delle recensioni negative dei turisti - Australia, che spettacolo: le foto Instagram più popolari del 2018 - Qual è il paese migliore per un viaggio nella natura?