Venerdì 29 Novembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Tecnologie: ecco come trasformare i ragni morti in robot-zombie

La "necrobotics" permette di controllare le zampe del ragno e utilizzarle come "mani" per prendere piccoli oggetti

Un ragno trasformato in necrobot

Un ragno trasformato in necrobot

Ragno zombie o ragno robot? In sostanza, entrambe le cose. Un team di ingegneri della Rice University, negli Stati Uniti, ha messo a punto una tecnica per riportare (quasi) in vita un ragno morto e trasformarlo in una sorta di mano robotica con cui è possibile afferrare degli oggetti. In un articolo pubblicato sulla rivista Advanced Science i ricercatori hanno ribattezzato questo tipo di approccio "necrobotics". E hanno dato vita a una creatura da film zombie. "Si dà il caso una volta deceduto, il ragno rappresenti l'architettura perfetta per la creazione di pinze su piccola scala di derivazione naturale", è il commento degli autori dello studio in una nota ufficiale. Non potendo contare su un apparato muscolo-scheletrico, gli aracnidi muovono le zampe attraverso un sistema idraulico che funziona grazie alla pressione sanguigna. Partendo da qui, gli scienziati hanno inserito un ago nei corpi senza vita di alcuni esemplari di ragni lupo, e dopo avere sigillato il foro di ingresso hanno usato l'aria per innescare l'apertura e la chiusura degli arti. Qui sotto trovate un video in inglese li mostra in azione. L'avvertenza è che potrebbe suscitare un po' di ribrezzo in chi soffre di aracnofobia. I necrobots sono in grado di afferrare e sollevare oggetti che pesano più del ragno stesso, come ad esempio i pezzi di un circuito stampato. Secondo l'equipe della Rice University la tecnica potrebbe avere interessanti sviluppo nell'ambito della manipolazione di micro-componenti elettronici. Queste particolari pinze possono infatti impugnare oggetti irregolari e molto delicati, e hanno inoltre il vantaggio di essere biodegradabili. Prossimamente i ricercatori hanno in programma di ripetere l'esperimento con dei ragni ancora più piccoli, ma anche di provare capire come muovere le singole zampe in modo indipendente l'una dall'altra.