Martedì 12 Novembre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Sipario sui Taviani: dopo Vittorio, addio a Paolo. I fratelli del grande cinema

La morte a 92 anni. Un’affiatata coppia di registi dal forte impegno civile: nel ’77 la consacrazione internazionale con la Palma d’oro per “Padre padrone“

Paolo Taviani era nato a San Miniato (Pisa) nel 1931

Paolo Taviani era nato a San Miniato (Pisa) nel 1931

Roma, 29 febbraio 2024 – È un giorno pesante per il mondo del cinema, quello dell’addio a Paolo Taviani, maestro di un cinema politico e poetico, intellettuale appassionato, persona gentile e lieve, intelligente e garbata. Paolo Taviani è scomparso alle 18 in una clinica romana: aveva accanto la moglie, Lina Nerli Taviani, e i figli Ermanno e Valentina. Da qualche anno lo aveva lasciato solo il fratello Vittorio, scomparso nel 2018. Aveva proseguito da solo quello straordinario cammino che per oltre mezzo secolo avevano fatto insieme: cammino che li ha portati a vincere sette David di Donatello, cinque Nastri d’argento, un Leone d’oro alla carriera, un Orso d’oro a Berlino – con Cesare deve morire, girato con i detenuti del carcere di Rebibbia – e la Palma d’oro a Cannes, nel 1977, per quel film straordinario che è Padre padrone , dal romanzo di Gavino Ledda. Fino alla morte di Vittorio hanno sempre lavorato insieme, senza separarsi mai, in una fusione pressoché totale. Nelle interviste alternavano le frasi con una naturalezza, un’armonia, quasi una danza di parole, come fossero stati una persona sola.

Paolo e Vittorio, figli di un avvocato antifascista, avevano cominciato ad amare il cinema da ragazzini, animando il cineclub di Pisa. E al massacro compiuto dalle truppe naziste nel loro paese dedicano il loro primo documentario, San Miniato, luglio ‘44 , diretto nel 1954. E successivamente il film La notte di San Lorenzo , che nel 1982 vale loro il Gran premio speciale della giuria a Cannes. La Storia, la Rivoluzione, gli affreschi sociali, gli echi della grande letteratura. Tutto si mescola nel loro cinema. Raccontano la storia di un sindacalista vittima della mafia in Un uomo da bruciare , diretto insieme all’amico di sempre Valentino Orsini e interpretato da Gian Maria Volonté. Realizzano insieme a lui I fuorilegge del matrimonio , nel 1963, ispirato al progetto di legge del “piccolo divorzio”. Nel 1967 scritturano, nel cast del film I sovversivi , un giovanotto barbuto che suona il clarino e che non ha ancora capito se farà l’attore o il musicista: Lucio Dalla.

Gli anni Settanta sono quelli dei maggiori successi. San Michele aveva un gallo nel 1972 parla di socialismo, anarchia, rivoluzione ispirandosi a un racconto di Tolstoj. Allonsanfan nel 1974 racconta il Risorgimento con Marcello Mastroianni. Nel 1977, Padre padrone sconvolge il mondo con la storia di un giovane pastore e della sua ribellione al padre, che lo ha strappato alla scuola e lo ha lasciato analfabeta fino a vent’anni. È la Palma d’oro a Cannes, la definitiva consacrazione internazionale.

Cinque anni dopo, ne La notte di San Lorenzo, raccontano una strage di guerra con immagini di enorme potenza emotiva. Kaos, nel 1984, prende ispirazione da sei racconti di Luigi Pirandello, con un ruolo “serio” per Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. Il sole anche di notte nel 1990 prende ancora ispirazione da Tolstoj, Le affinità elettive porta sullo schermo l’opera di Goethe, Tu ridi rinnova il rapporto dei Taviani con Pirandello, con Antonio Albanese protagonista. In Good Morning Babilonia raccontano l’epoca pionieristica del cinema negli Usa.

Con La masseria delle allodole, presentato al festival di Berlino, narrano il genocidio degli armeni; in Maraviglioso Boccaccio mettono in scena il Medioevo. Trovano un felice equilibrio fra sperimentazione ed emozione in Cesare deve morire , in cui fanno mettere in scena Shakespeare a un gruppo di detenuti di Rebibbia, rivelando il talento di Salvatore Striano. Nel 2017 esce Una questione privata da Fenoglio, girato da Paolo, con Vittorio già malato. "Ogni tanto sul set – ricordava Paolo – dopo aver detto uno: “Stop, buona!“ di una scena, mi voltavo indietro per vedere se Vittorio era d’accordo con me. Solo che stavolta non c’era".

Nel 2022 Paolo torna in concorso a Berlino con Leonora addio, ispirato alla novella di Pirandello. Con il film, interpretato da Kasja Smutniak, Paolo Taviani riceve il premio Fipresci.