Martedì 5 Novembre 2024
RITA BARTOLOMEI
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Magazine

Torino, tartaruga alligatore e gli altri. “La mia vita a curare gli animali proibiti (e pericolosi)”

La direttrice del Canc di Grugliasco: “Chi li tiene in casa e poi li abbandona non li ama, piuttosto ha fantasie malate”. Dalle tartarughe azzannatrici al tegu argentino

Torino, 1 agosto 2023 – Tartaruga alligatore ma non solo. “Questo è il primo esemplare mai arrivato al Canc. La terremo fino a mercoledì poi la Forestale la porterà altrove. L’animale è pericoloso, non può essere detenuto dai privati. Penso che andrà in un centro espositivo”.

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Una tartaruga alligatore: il suo morso è più pericoloso di quello di un leone
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Mitzi Mauthe von Degerfeld, docente del dipartimento di Scienze veterinarie dell’università di Torino e direttrice del Centro animali non convenzionali di Grugliasco, ha accolto anche la tartaruga “dal morso più potente di un leone, così dicono i sacri testi. Qualcuno l’ha abbandonata sul greto di un torrente. Una persona irresponsabile due volte: primo perché si è presa in carico un animale che non è detenibile e commerciabile in Italia, poi perché magari si è stancato e l’ha lasciato dove poteva mettere le mani un bambino, per raccogliere un pallone magari”. 

"La mia vita con gli animali non convenzionali”

La dottoressa  von Degerfeld è abituata a occuparsi di animali ‘non convenzionali’. “Abbiamo curato diverse tartarughe azzannatrici, più piccole ma sicuramente in grado di portarti via le dita. Mentre la specie alligatore ti porta via direttamente la mano, se morde bene”. Animale giovane, “pesa 15 chili, un adulto arriva a cento. Ama il caldo e vive in America, in zona lacustri. Mangia solo carne”.

"Chi prende in casa questi animali non li ama”

Ha un giudizio netto, la veterinaria, su chi sceglie di tenersi in casa animali come questi. “Sono fantasie malate – non ha dubbi –. manie di grandezza che nulla hanno a che fare con l’amore per gli animali”.

La tartaruga azzannatrice e gli altri

Anche le tartarughe azzannatrici però non scherzano. “Sono molto più veloci, più difficili da trattare perché allungano il collo in modo telescopico. Pensi di essere a distanza di sicurezza invece questa ti arriva vicinissima. Sì, un po’ come essere in un film dell’orrore”.

Nella sua galleria di animali proibiti (e pericolosi) c’è anche il tegu argentino, “un grosso lucertolone, quello che ci portarono era lungo quasi un metro, pesano 8-9 chili e usano la coda come frusta. Insomma, possono fare davvero male”.

I danni delle specie proibite

Ma, norme a parte, dal punto di vista scientifico che crimine commette chi porta in Italia animali esotici illegali?  “Intanto – ragiona la direttrice del Canc – quella specie viene messa in un ambiente non suo. Poi fa dei danni perché demolisce altre specie. Penso allo scoiattolo grigio che sta facendo scomparire quello rosso. O alle tartarughe palustri che stanno distruggendo i nidi di uccelli acquatici , mangiano uova e piccoli dei pesci”. Insomma, un vero disastro ‘ambientale’.