Sabato 24 Agosto 2024
ANDREA SPINELLI
Magazine

Taranta ribelle, anche Angelina Mango alla notte di Melpignano: "Un rito pieno di energia"

Stasera il concertone in diretta su Raitre. Ema Stokholma conduttrice. Sul palco la vincitrice di Sanremo: "È l’incontro fra presente, passato e futuro"

Angelina Mango, 23 anni

Angelina Mango, 23 anni

Roma, 24 agosto 2024 – "So già che sarà un rito collettivo" ammette Angelina Mango preparandosi a debuttare sotto le stelle di una Notte della Taranta che dalle 21.20 accende coi suoi suoni, i suoi ritmi e i suoi colori la prima serata di Raitre. "Su quel palco c’è un’energia importante, dove si incontrano presente, passato e futuro" prosegue la vincitrice di Sanremo. "Amo la Puglia, il Sud Italia, il calore e l’amore che condividerò col pubblico di Melpignano grazie al tradizionale Su picculina, in dialetto salentino, e a La noia (scritta, fra l’altro, per il Festival da due ex maestri concertatori del concertone quali Dardust e Madame, ndr). Già alle prove orchestra e corpo di ballo mi hanno accolta con grande energia, non avrebbe potuto esserci modo migliore di entrare nel mood".

Tra gli ospiti di questa 27ª edizione, condotta in tv (e su Rai Radiodue) da Ema Stokholma, ci sono pure Geolier con la sua I p’ me, tu pe te riveduta in versione pizzica; l’eroina dell’estate Gaia, che rinuncia a Tony Effe e al tormentone da spiaggia e ombrellone Sesso e samba per concentrarsi su Mena mena mò oltre che su Chega (in portoghese); Luca Faraone, protagonista alla chitarra tanto della Taranta di Lizzano che di Fuecu. Della partita pure la rivelazione nigeriano-partenopea Ste (al secolo Stephani Ojemba) che con la sua voce da brivido utilizzerà un frammento della sempiterna Tammurriata nera per introdurre Lose control, suo ultimo singolo uscito proprio ieri; il brano è prodotto da Shablo, maestro concertatore di questa Taranta 2024 e il così cerchio si chiude.

Produttore di Sfera Ebbasta, Club Dogo, Fibra, Clementino, Rkomi e diversi altri ancora, Shablo recupera quasi in apertura di serata un brano mai eseguito prima su quel palco come la Tarantella di Sannicandro e l’inedito Manushaqe, cantato in arbëreshë da Salvatore Galeanda, affiancato dal giovane direttore d’orchestra Riccardo Zangirolami. Ed è proprio Zangirolami, coi suoi stupori di ventenne, a sottolineare le affinità tra la Pizzica di San Marzano di San Giuseppe e la Suite numero 2 di Rachmaninov, concepita dal compositore russo proprio su quel frammento di cultura popolare italiana. Nel corso della serata, che si avvale della scenografia di Marco Calzavara, delle sculture in cartapesta dell’Officina Chiodo Fisso e delle coreografie di Laccio, non mancherà un pensiero anche per Giovanna Marini, scomparsa a primavera, attraverso alcune sue parole musicate. Il neopresidente della Fondazione La Notte della Taranta, Massimo Bray, nominato a metà giugno "quando già l’80% del lavoro su questa edizione era stato fatto", ascrive al suo 20% la presenza scenografica delle opere di Emilio Isgrò, che ha realizzato delle “cancellature” speciali.

"Questa manifestazione – sottolinea l’ex ministro – è un bene culturale e quando ne parlo faccio riferimento all’articolo 9 della Costituzione, che ci dice come dobbiamo confrontarci nei confronti dei beni culturali: tutelandoli, valorizzandoli ed esaltandone il loro enorme valore identitario. La cultura – aggiunge Bray – ha un valore perché arriva dappertutto e noi vorremmo un laboratorio tutto l’anno per tutelare questa tradizione e darle una prospettiva". Questa è un’edizione della Taranta che parla soprattutto alle ultime generazioni e quindi, secondo Bray, "innovativa, giovane, plurale, inclusiva, ribelle".