Martedì 8 Ottobre 2024
PIERO DEGLI ANTONI
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Susanna Messaggio: "Io, i miei tre mariti e i mostri sacri della tv"

Simbolo della televisione commerciale anni Ottanta, ha lavorato con i più grandi. "Una carriera quasi per caso. Dovevo consegnare una traduzione, mi ritrovai da Tortora. Una vita sentimentale travagliata. A 40 anni il vero amore"

Susanna Messaggio (da Qn)

Susanna Messaggio (da Qn)

Milano, 8 ottobre 2018 - Susanna Messaggio, 55 anni, in tv ha lavorato con tutti i grandi: Tortorella, Vianello, Modugno, Mike. Oggi ha una società di comunicazione, la SM, specializzata nel campo della salute.

Cominciamo dall’infanzia: come è il suo ritratto di famiglia in un interno?

"Mia mamma faceva la costumista alla Scala, mi ha trasmesso la passione per l’opera e la musica classica. Papà era un uomo molto sportivo, era stato partigiano in montagna per due anni, un operaio che indossava la classica tuta blu, il ‘Toni’, un uomo bellissimo. Non mi ha mai dato una carezza, perché allora non erano delicatezze da uomini. Mentre mio fratello, più piccolo di me, poteva fare quello che voleva, io non potevo vedere da sola un fidanzato. Se uscivamo, mi spedivano dietro mio fratello per controllarmi".

Il primo approccio con la tv è stato con Cino Tortorella.

"Avevo quindici anni e mezzo. Era tra il pubblico di una trasmissione e il cameraman continuava a inquadrarmi. Alla fine l’assistente di studio è venuto a dirmi che il regista voleva conoscermi. Siccome ero minorenne, mi ha accompagnato la professoressa. In regia ho trovato il Mago Zurlì: mi ha detto che aveva notato che ero una ragazza sveglia e che mi voleva per una trasmissione. Mio padre era contrario, così un giorno Cino Tortorella, a sorpresa, si è presentato a casa nostra ed è riuscito a convincere i miei genitori che si trattava di una cosa seria".

Poi è arrivato Enzo Tortora...

"A diciotto anni vivevo già da sola, facevo qualche lavoretto per mantenermi, tra cui delle traduzioni, mi pagavano 70 lire a cartella. Un giorno sono andata alla Rai per portare una traduzione che si intitolava ‘Casting’. In ascensore per caso ho incontrato Anna Tortora che, vedendo la parola ‘casting’, mi ha chiesto: ‘Lei è qui per il casting?’. Io ho detto di sì, l’ho seguita, e quando si è aperta la porta mi sono trovata di fronte a Enzo Tortora. A quel punto l’equivoco si è chiarito e io ho fatto per andarmene. Ma Tortora mi ha invitato a rimanere per il casting, e così sono finita a ‘Portobello’".

Quindi è arrivato Mike...

"No, prima Cecchetto. Conduceva ‘Pop Corn’. Facevo delle recensioni di musica dall’estero. Dopo è arrivata Mediaset, dove ho lavorato con Vianello e con Modugno".

Modugno conduceva ‘La luna nel pozzo’. Cosa ricorda?

"Anche lì è accaduto tutto per caso. L’ho incontrato in corridoio, mi ha chiesto: ‘Sa cantare?’. No. ‘Sa ballare?’. No. Non ero la donna che cercava. Ma si è incuriosito per il libro che avevo in mano, un libro dell’università. Così ha capito che avevo tanta memoria. Nella trasmissione a lui interessava soltanto cantare, il copione non lo ricordava, quando doveva spiegare qualcosa mi chiamava in studio. Mi diceva ‘fumo troppo’ e infatti con l’ultimo mozzicone se ne accendeva un’altra".

Adesso arriviamo a Mike.

"Mi avevano vestita da Fiorella Pierobon, con orecchini, rossetto eccetera. Ero la sua fotocopia. Un giorno Mike mi ha vista uscire in jeans e maglietta e mi ha detto: ‘Ma non puoi stare così anche in trasmissione?’. Per me la tv non è mai stata un lavoro, infatti continuavo a studiare. Ogni volta Mike mi diceva: ‘Se non prendi trenta non lavori più qui’".

Chissà quanti aneddoti.

"Una volta doveva fare la pubblicità ai Loacker. Pronti, via, lui parla dei wafer e li chiama ‘Loescher’, allora intervengo per dire che è un nome tedesco e si chiamano Loacker. Lui non ci sta: ‘Da oggi si chiamano Loescher’. Si figuri lo sponsor e l’agente di Publitalia: si sono messi le mani nei capelli! Ma io sono riuscita a metterla sullo scherzo e da allora abbiamo inaugurato questo tipo di gag".

Parliamo della sua vita privata. Ha avuto ben tre mariti. Perseverare diabolicum...

"Con il primo mi sono sposata a 17 anni e mezzo. Era la classica cotta della ragazzina. Lui era più grande di me di 10 anni e l’ho seguito in Germania. Dopo 5 anni eravamo cambiati entrambi, non avevamo figli così abbiamo deciso di lasciarci, anche perché lui aveva fatto cose diciamo così non tollerabili. A 22 anni mi sono separata, a 24 mi sono iscritta a Medicina. Credevo di aver trovato l’uomo della mia vita, un giovane tedesco avvocato. Abbiamo avuto la prima figlia che purtroppo è morta piccola per un problema cardiocircolatorio. Riprendermi è stata dura. Quell’avvenimento ha imposto un cambio alla mia vita, mio marito era confuso, non si ricordava più di essere sposato... Per fortuna nel frattempo era nata Martina".

E arriviamo al terzo, Giorgio Olivieri.

"Non avrei pensato di trovare un nuovo amore. Invece a 40 anni ho avuto l’autentico colpo di fulmine. Una sera ci siamo addormentati sul divano e al mattino Martina, che aveva 9 anni, ci ha trovati uno accanto all’altro sul divano. L’ha svegliato e gli ha detto: ‘O tu sei gay oppure potresti essere il nuovo fidanzato della mamma che sarebbe anche ora’. Nonostante la mia età, abbiamo avuto un figlio, Jacopo".

Lei ha detto che la passione è rimasta uguale.

"Facciamo l’amore come il primo giorno. Il nostro è un incastro magico tra uomo e donna".

Ha detto anche: ‘Può fare il cretino in giro ma lo riprendo sempre’.

"L’età mi ha dato la saggezza per andare oltre certe cose. La donna riesce a tenere uniti tutti i fili per superare i momenti di disagio".