Martedì 5 Novembre 2024

Perché il surriscaldamento globale produce (anche) freddo

Al polo Nord fa caldo, altrove ci sono inediti fenomeni invernali: non è una contraddizione ed esiste un legame fra le due cose. Lo sostiene uno studio

Foto: claudio.arnese/iStock

Foto: claudio.arnese/iStock

Le temperature medie della zona artica sono in costante e preoccupante aumento: è un dato di fatto. Però altrettanto si può dire del freddo anomalo che interessa altre zone della Terra, persino con tempeste di neve. Cosa sta succedendo? Una ricerca pubblicata su Nature e condotta negli Stati Uniti potrebbe avere indicato una spiegazione. IL SURRISCALDAMENTO GLOBALE PRODUCE FREDDO? Gli studiosi hanno incrociato i dati giornalieri relativi a temperatura e precipitazioni nevose in dodici città statunitensi e in Artide (la regione attorno al Polo Nord). È emersa con evidenza una correlazione tra l'innalzamento delle temperature polari e il manifestarsi di fenomeni “inverali” più a Sud. Non solo: questi fenomeni sono risultati quattro volte più probabili in corrispondenza di un caldo anomalo al Polo. Con le parole del principale firmatario della ricerca, il climatologo Judah Cohen dell'Atmospheric and Environmental Research: “È una situazione piuttosto complessa. Il surriscaldamento globale sta contribuendo a temperature medie più miti, ma sta anche avendo conseguenze impreviste come questa”. PERCHÉ SUCCEDE? Lo studio pubblicato su Nature ha evidenziato il collegamento tra i due fenomeni climatici, ma non ha indicato una ragione. Judah Cohen sostiene però che dipenda da un'ipotesi già formulata in precedenza e molto quotata all'interno della comunità scientifica. In soldoni, si parte dal cosiddetto “vortice polare”, cioè quell'area di bassa pressione che staziona sopra il Polo nord (c'è un'area analoga sopra il Polo sud). Ebbene, secondo numerosi ricercatori, il surriscaldamento globale sta indebolendo il flusso del vortice polare, che di conseguenza tende a disperdersi e ad accentuare la sua capacità di muoversi verso l'equatore, portando fenomeni “invernali” in località e in momenti dell'anno fuori dalla norma. UN FENOMENO COMPLESSO Il paper pubblicato su Nature ha già provocato un certo dibattito. Fra gli altri, il climatologo Richard Alley ha sottolineato che per comprendere a fondo questi fenomeni bisogna anche prendere in considerazione l'impatto della corrente del Golfo, potente corrente oceanica calda dell'emisfero boreale, e che non basta ragionare solamente sull'indebolimento del vortice polare. Tutto questo conferma che lo studio dei cambiamenti climatici non è una disciplina semplice e che gli aggiustamenti della natura rispetto all'innalzamento delle temperature possono essere anche sorprendenti, pur senza smentire la premessa di partenza: cioè che fa mediamente più caldo e che questo è un problema. Leggi anche: - Giaguari, l'allarme: uccisi per i loro denti - WWF Australia lancia l'allarme sulla deforestazione del paese - La vita nelle profondità marine, dove nessuno è mai stato prima. Il video