Lunedì 30 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Lo studio: gli stereotipi sono come le tabelline, difficili da dimenticare

Studio americano sui meccanismi di giudizio: ecco perché gli stereotipi sono difficili da abbandonare

Il meccanismo degli stereotipi

Gli stereotipi che affollano la nostra mente e il nostro giudizio sulle persone che non conosciamo seguono uno schema ben preciso; quando li lasciamo entrare nei nostri pensieri tendono a rimanerci, rendendo difficile superarli e liberarsene. Anche perché ci offrono un senso di ricompensa piacevole a livello della chimica del cervello. Lo spiega un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università del Wisconsin-Madison sui meccanismi degli stereotipi, che ci avverte su quanto sia facile accoglierli e trasformarli in un'abitudine. L’importante è cominciare ad accorgersi del loro meccanismo pervasivo.

Lo stereotipo ‘gay o etero’

Nel loro esperimento, i ricercatori americani dimostrano che gli stereotipi seguono una dinamica di auto-perpetuazione nella nostra mente, rafforzandosi con l'uso, proprio come le informazioni che cerchiamo di consolidare nella nostra memoria. I ricercatori hanno coinvolto oltre mille persone in un compito di stereotipizzazione che prevedeva la lettura dei profili dei social media e la decisione se gli uomini dei profili fossero gay o etero. Si trattava di profili fake creati appositamente dai ricercatori all’insaputa dei partecipanti, compilati mostrando interessi gay stereotipati (shopping) o interessi etero stereotipati (sport) o informazioni neutre. Ai volontari è stato detto che circa la metà degli uomini era gay. Dopo le prime 20 risposte i lettori hanno ricevuto un feedback che indicava la correttezza o l'erroneità delle risposte, oppure non hanno ricevuto alcun feedback. Poi hanno letto altri 10 profili, divisi equamente tra gruppi incentrati sullo shopping e sullo sport, una scelta da parte dei ricercatori per capire come il feedback precedente avesse influenzato le loro risposte.

Il meccanismo dei giudizi

Dai risultati è emerso che i partecipanti hanno risposto in base agli stereotipi circa due terzi delle volte, "il che è in linea con le ricerche precedenti", spiegano i ricercatori. La cosa interessante è che quando il feedback (gay o etero) confermava la tendenza verso giudizi stereotipati, le persone finivano per rafforzare questi stereotipi. E anche le persone che hanno ricevuto un feedback contrario agli stereotipi hanno avuto lo stesso comportamento, continuando a ragionare per stereotipi nonostante sapessero che erano inaccurati. "Pensate a quando alle elementari imparavate le tabelline della moltiplicazione e le ripetevate e ripetevate nella vostra mente: due per due fa quattro, due per tre fa sei, due per quattro otto, e così via", dice William Cox, autore principale dello studio, "Andare in giro per il mondo facendo ipotesi su altre persone con gli stereotipi che abbiamo imparato è un'altra pratica mentale. Con l'aumentare delle prove, queste ipotesi si rafforzano nel tempo, anche quando non abbiamo prove reali a sostegno".

Perché siamo attratti dagli stereotipi

È il processo di ricompensa neurale studiato nelle neuroscienze dell'apprendimento: quando una previsione incerta viene confermata - come quando si indovina quale numero uscirà al lancio di un dado - la conferma attiva i processi di ricompensa nel nostro cervello. Il risultato è un piacevole rilascio di sostanze chimiche che rafforza il valore della previsione. Gli stereotipi diventano così più attraenti anche se risultano chiaramente sbagliati. "È una cosa da tenere d'occhio", spiega Cox. "Si fanno delle supposizioni. E se non le cogliete, rafforzeranno gli stereotipi nella vostra mente. Quindi, il semplice fatto di capire che questo accade è un modo molto importante per contrastare gli stereotipi, per controllare le ipotesi e non lasciare che influenzino il giudizio".