
Ginevra Francesconi e Stefano Accorsi nel film Una figlia, di Ivano De Matteo
Roma, 15 aprile 2025 – Un figlio può, a un certo punto, andare per la sua strada, allontanarsi dal genitore, ma il genitore no, non può mai allontanarsi dal proprio figlio, qualunque cosa accada, qualunque cosa abbia fatto. Non è facile, certo, e occorre tempo quando, come nel caso di Pietro (Stefano Accorsi), la sua figlia diciassettenne Sofia (Ginevra Francesconi), avuta dalla moglie morta anni prima, accoltella a morte la sua attuale compagna. Una figlia di Ivano De Matteo, dal 24 aprile al cinema, con Stefano Accorsi nel ruolo intenso e dolente del padre, racconta una storia in cui si avverte l’eco di certi drammatici fatti di cronaca.
“Ero rimasto colpito da alcune dichiarazioni del papà di Erika, che continuava a cercare la figlia e andava a trovarla in carcere”, racconta De Matteo, alludendo al terribile fatto di cronaca avvenuto a Novi Ligure il 21 febbraio 2001, quando la sedicenne Erika (con il fidanzato Omar) uccise a coltellate la madre e il fratellino di dieci anni. “Dopo avere visto l’intervista a quel padre, ho letto un libro, Qualunque cosa accada, scritto una decina d’anni fa da Ciro Noja, in cui la protagonista era molto violenta, molto simile a Erika. Ma non volevo raccontare una storia in cui sarebbe stato facile etichettare subito l’omicida come un mostro. La Sofia del mio film uccide in un impeto di rabbia e quello che ho voluto raccontare non è tanto quel suo gesto ma il suo percorso di recupero, di “riparazione“, secondo il termine tecnico che si usa in questi casi”, racconta De Matteo. E prosegue: “Poi ho parlato con educatori, assistenti sociali, giudici e ho sempre fatto rileggere i dialoghi della sceneggiatura a persone competenti in materia per assicurarmi che il mio fosse un racconto veritiero”.
Materia delicata, da affrontare con cautela. “Non volevo esprimere giudizi e quindi ho cercato, sebbene sia difficile se non impossibile, di mettermi nei famosi panni dell’altro – afferma De Matteo – per cercare di capire cosa può fare un genitore. Perché è troppo facile addossare la colpa alla famiglia dicendo, come prima cosa, che è dipeso dall’educazione sbagliata ricevuta in casa”.
Spiega Stefano Accorsi, padre di quattro figli, due avuti da Laetitia Casta, due da Bianca Vitali: “Immedesimarsi in questa situazione è importante. Mai dire come reagiremmo perché lo scopri solo quando capita a te. La mia è una famiglia allargata e ci sono sempre problematiche che bisogna affrontare di volta in volta”. Il tema del rapporto dei genitori con figli adolescenti finiti in una deriva pericolosa è particolarmente vivo in questo periodo per il clamore suscitato dalla serie Netflix Adolescence. Osserva Accorsi: “Forse oggi i genitori si sentono anche troppo responsabili. Secondo me proteggiamo anche troppo i nostri figli, e non so se questo è un bene. Anche falsificare una firma per non andare a scuola, alla fine qualcosa ti insegna. Insomma, siamo un po’ troppo invadenti”. E si domanda: “Cosa avrebbero dovuto dire i miei, che rischiavo la vita tutti i giorni sulle strade piene di nebbia verso Bologna?”.
Nell’epoca dell’imperante digitale, De Matteo ha girato questo film, come del resto i precedenti, in pellicola. “Mi dà sicurezza. Devo sapere esattamente cosa voglio fare – spiega – non si possono fare aggiustamenti dopo, al montaggio. La pellicola costa tantissimo, due euro al metro e per un minuto occorrono 27 metri. Avevo 35mila metri a disposizione, e quelli mi dovevano bastare”.