Lunedì 4 Novembre 2024

Uno squalo martello in Irlanda, colpa del global warming

È stato avvistato nel Mare Celtico, tra la Repubblica di Irlanda e il Regno Unito, in acque un tempo ritenute inospitali per certi tipi di pesci

Un esemplare di squalo martello

Un esemplare di squalo martello

La scorsa settimana è stato avvistato uno squalo martello ( Sphyrna zygaena) nel mare Celtico, la porzione di oceano Atlantico compresa tra l'Irlanda del sud e l'Inghilterra sudoccidentale. Lo riporta il Times e si tratta di una notizia scientificamente più rilevante di quello che potrebbe apparire. Lo squalo martello è infatti un predatore abituato alle calde acque tropicali, e la sua presenza in un tratto di mare ritenuto un tempo molto freddo è l'ennesima prova tangibile, secondo gli esperti, dell'innalzamento delle temperature oceanich e. Nonostante in passato qualche altro esemplare si sia avventurato nelle vicinanze della Gran Bretagna, l'ipotesi del pesce smarrito non è particolarmente gettonata. Simon Boxall, del National Oceanography Centre, ha dichiarato al Times che questo avvistamento è più probabilmente figlio del fatto che "i nostri oceani si stanno riscaldando", tanto che in futuro gli incontri con gli squali martello e simili diventeranno sempre più frequenti. L'ipotesi non è ovviamente campata per aria. Ad avvalorare quanto detto dallo scienziato britannico è il fatto nelle acque di Irlanda e Regno Unito i valori del termometro s ono aumentati in modo considerevole negli ultimi decenni, incoraggiando le specie ittiche considerate "più esotiche" a nuotare verso nord in cerca di cibo. In conclusione, ha spiegato Boxall "non c'è più alcun motivo per cui nei nostri mari non possano esistere specie come squali martello o grandi squali bianchi". Nonostante qualcuno preferisca ancora negare l'evidenza, nella comunità scientifica il riscaldamento degli oceani è ormai un fatto conclamato. I dati pubblicati dalla Environmental Protection Agency (EPA) nel 2016 mostrano che le temperature globali dei mari sono aumentate in media di 0,07° C ogni decennio, con stime, come quelle dell'ente britannico Government Office for Science, che prevedono un incremento complessivo da 1,2 a 3,2° C entro il 2100. Il risultato è uno squilibrio degli ecosistemi marini che coinvolge ogni forma di vita, dai minuscoli organismi che compongono il plancton ai grandi predatori all'apice della catena alimentare, come appunto gli squali. Che non a caso stanno ad esempio scomparendo dalle aree della Grande Barriera Corallina, con declini fino al 92% rispetto agli anni 50' lungo la costa del Queensland, in Australia.