Lunedì 18 Novembre 2024

Inquinamento, squalo bianco intossicato da veleni. Metalli nel sangue dei predatori

Allarme sullo stato di salute degli oceani del pianeta. Le analisi su esemplari intercettati al largo delle coste del Sudafrica. Mercurio, arsenico e piombo in concentrazioni nocive

Un esemplare di grande squalo bianco

Un esemplare di grande squalo bianco

Il cuore del grande squalo bianco ( Carcharodon carcharias) pompa sangue "tossico". Lo sostiene una ricerca apparsa sulla rivista Marine Pollution Bulletin, secondo cui nelle vene di questo animale scorrono quantità elevate di metalli pesanti, di norma velenosissimi. Con grande sorpresa degli scienziati, la circostanza sembra non costituire una minaccia per la salute del predatore, ma rappresenta l'ennesimo campanello dall'allarme sulle pessime condizioni in cui versano gli oceani. ESAMI DEL SANGUE La ricerca, a cura di un'equipe internazionale di biologi, ha preso in esami i campioni di sangue di 43 squali bianchi, intercettati al largo delle coste del Sudafrica. Le analisi di laboratorio hanno rivelato a livello ematico la presenza di un cocktail di mercurio, arsenico e piombo, in concentrazioni sufficientemente alte da risultare nocive sia per i pesci di grandi dimensioni che per gli esseri umani. IMMUNI AI METALLI PESANTI Il parallelo conteggio dei globuli bianchi ha tuttavia messo in luce valori nella norma, documentando l'assenza di attività particolari da parte del sistema immunitario degli animali. "I risultati suggeriscono che gli squali possano contare su un meccanismo fisiologico di protezione, in grado di attenuare gli effetti nocivi dell'esposizione ai metalli pesanti", ha commentato la prima autrice della ricerca Liza Merly, docente presso la Rosenstiel School of Marine and Atmospheric Science della University of Miami. PERCHÉ È UN CAMPANELLO DI ALLARME? Nonostante il sospiro di sollievo per la salute di questo pesce, i risultati dell'indagine si prestano a considerazioni più ampie, che arrivano a toccare anche gli esseri umani. L'accumulo di metalli pesanti avviene soprattutto attraverso la dieta, che nel caso di un predatore all'apice della piramide alimentare include la maggior parte delle specie viventi negli oceani. In conclusione, dicono gli scienziati, se il sangue degli squali bianchi è contaminato da sostanze tossiche, significa sicuramente che gli inquinanti hanno invaso tutto l'ecosistema. Il problema coinvolge ovviamente anche l'uomo, che grazie alla pesca si ciba in gran parte delle stesse cose consumate dagli squali. Alla luce del lavoro svolto, i ricercatori auspicano che da qui in avanti i prelievi del sangue negli squali bianchi diventino una sorta di esame di routine, utile a valutare l'inquinamento oceanico e le condizioni generali degli habitat acquatici.