Martedì 16 Luglio 2024

Squali e ipotesi cocaina, Isabella Pratesi (WWF): che effetto hanno le sostanze tossiche su questi predatori?

Che cos’è il ciclo del carbonio blu e i numeri delle specie a rischio nei nostri oceani

Roma, 23 luglio 2023 - Squali, cocaina e aumento dell’aggressività. Una sintesi che fa ironizzare, subito viene in mente il titolo del noto film, Cocaine sharks. Invece, rimanendo ai fatti, è l’ipotesi di uno studio in corso in Florida.

Isabella Pratesi, direttore del programma conservazione del WWF Italia, premette: “Non sono un’esperta di droghe e quindi non conosco bene come un organismo animale reagisca alla cocaina. Dobbiamo però considerare che gli squali, i più grandi pesci predatori dei nostri oceani, sono ai vertici delle catene alimentari. Questo vuol dire non solo che hanno un ruolo cruciale nel “funzionamento degli oceani” ma che possono bio-accumulare, lungo le catene trofiche, sostanze tossiche che potrebbero alterare i loro delicati sistemi di orientamento e le loro funzioni vitali”.

Squali, 3 cose da sapere
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"Il ruolo degli squali nell’equilibrio della vita marina”

Gli squali, prosegue il ragionamento di Isabella Pratesi, “svolgono un ruolo chiave nel mantenere i delicati equilibri della vita marina, rendendosi fondamentali per la salute dei nostri oceani e delle persone che da essi dipendono. Attualmente, però, sono a forte rischio di estinzione, soprattutto a causa della pesca eccessiva, ma anche della perdita e della distruzione dell’habitat e dei cambiamenti climatici”.

Squali, i numeri choc

I numeri che cita la dirigente del WWF sono implacabili. “Nel mondo il 29% di tutte le specie di squali conosciute è a rischio di estinzione e alcune specie di squali sono diminuite di oltre il 95% e sono state spazzate via dalle aree marine in cui abitavano”.

Gli squali e il ciclo del carbone blu

"L'importanza della presenza di squali e razze nel Mediterraneo non va sottovalutata - sottolinea Giulia Prato, responsabile Mare del Wwf Italia -, ogni specie ha un ruolo significativo, come quello di alcune razze capaci di 'mescolare' i substrati marini con i loro movimenti, o altre specie pelagiche che, attraverso le migrazioni verticali, spostano nutrienti tra i diversi strati dell'oceano e tutte le specie di grandi squali e razze che nel corso della vita immagazzinano grandi quantità di carbonio nei loro corpi: carbonio che viene stoccato sui fondali oceanici quando, dopo la loro morte, le carcasse di questi animali precipitano in profondità. Popolazioni sane di squali e razze possono quindi contribuire, come accade anche per le grandi balene, al fondamentale ciclo del carbonio 'blu' del nostro oceano e contribuire a mitigare l'impatto del cambiamento climatico".