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Sulla cappa di un camino del Tre-Quattrocento scoperta la figura tracciata a carboncino di un mostro marino
VINCI (Firenze)Il disegno di una pistrice, leggendario mostro marino con ali da drago e testa di unicorno, raffigurato a carboncino sulla cappa di un camino tre-quattrocentesco a Vinci, potrebbe riaprire la partita sugli inediti di Leonardo. Gli studiosi che lo hanno visto, infatti, non escludono che la mano che lo ha tracciato sia la stessa dell’autore della Gioconda. Anche alcune circostanze storico-temporali e particolari artistici che riguardano il disegno spingono in tale direzione. Mai come in questo caso, comunque, il condizionale risulta d’obbligo. Anche l’amministrazione comunale vinciana, che ha presentato ieri mattina i primi risultati dell’indagine preliminare al restauro dell’opera, si è espressa con grande cautela, così come gli studiosi presenti sul palco del teatro cittadino dove si è tenuta quella che aveva tutto il sapore di una rivelazione destinata a lasciare il segno.
Sì, perché a prescindere dal fatto che il disegno venga o meno riconosciuto ufficialmente come opera di Leonardo, per il comune che gli ha dato i natali si tratta comunque di un ritrovamento eccezionale.Nel presentare il restauro dell’opera, il sindaco di Vinci, Daniele Vanni, ha spiegato che: "Il disegno tracciato a carboncino sulla cappa di un camino tre-quattrocentesco si trova in un edificio di proprietà comunale in prossimità del Castello dei Conti Guidi, sede del Museo Leonardiano".La pistrice, sebbene attualmente poco ’leggibile’, rimanda a una cultura figurativa della seconda metà del Quattrocento fiorentino e per come è fatta dimostra la conoscenza di opere come il Marzocco di Donatello, i draghi di Paolo Uccello e le Idre dei Pollaiolo. Presenta, però, un tratto dai caratteri di estrema originalità. Come ricordato dalla direttrice del Museo Leonardiano, Roberta Barsanti, iconograficamente è rapportabile a un gruppo di disegni di Leonardo da Vinci raffiguranti draghi, unicorni e altri animali fantastici e reali. L’immagine mostrata ieri è stata ottenuta da un rilievo laser scanner del camino, immagine che ha permesso di rendere più leggibile il segno grafico del disegno a carboncino ed è stata realizzata dal professor Giovanni Pancani dell’Università degli Studi di Firenze.
Fra le circostanze che hanno acceso l’interesse scientifico nazionale, un documento notarile che certifica la presenza di Leonardo a Vinci nel 1478 proprio nel Castello dei Conti Guidi, allora sede del Podestà. Era lì per presenziare alla firma del contratto per la presa a livello del mulino del Comune da parte del padre e dello zio Francesco. E ancora. La proprietà della casa in cui si trova il camino, ricordata anche dalla scritta sulla cappa, era della famiglia Bracci, che aveva una lunga consuetudine di rapporti di amicizia con la famiglia da Vinci e che potrebbe aver commissionato a Leonardo durante una delle sue visite al paese natale negli anni settanta del Quattrocento la creazione di un portastemma, di cui la pistrice rappresenterebbe la bozza.
L’attribuzione è certo prematura, ma le premesse sono notevoli. Al punto che il professor Pietro Cesare Marani, del Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore e leonardista di altissimo livello, dopo aver visto il disegno ha commentato: "Ogni nuova scoperta che si leghi al nome e all’opera di Leonardo è meritevole della più grande attenzione. Nel caso di questo disegno, bene hanno fatto il Comune di Vinci e la Direttrice della Biblioteca e del Museo Leonardiano, di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, a promuovere una campagna di analisi scientifiche preliminari al suo restauro, nella convinzione che si tratti di un’opera dallo spiccato carattere leonardesco, come provano riscontri tipologici e formali con numerosi disegni autografi del maestro assegnabili agli anni settanta del Quattrocento e con la speranza che si possa meglio giudicare anche stilisticamente la qualità del disegno. Se così fosse, si tratterebbe di un’ulteriore evidenza delle rimeditazioni di Leonardo sul mondo fantastico e sulle implicazioni simboliche dell’araldica di gusto ancor “cortese” in cui si erano cimentati anche maestri del calibro di Donatello, Paolo Uccello, Antonio e Piero del Pollaiolo e Verrocchio".
Un disegno promettente, dunque, ma da analizzare con cautela, motivo per il quale è stato creato un comitato scientifico composto dai professori Andrea De Marchi (Università degli Studi di Firenze), Pietro C. Marani (Politecnico di Milano, Università Cattolica del Sacro Cuore), Giovanni Pancani (Università degli Studi di Firenze), Marco Gaiani (Alma Mater Studiorum Università di Bologna), per le loro specifiche competenze e Donatella Pegazzano (Università degli Studi di Firenze) per i documenti sulla famiglia Bracci. Comitato che seguirà tutte le fasi di restauro e di analisi condotte con la collaborazione fra Comune di Vinci, Cnr e Sovrintendenza e che avrà la parola decisiva su questa scoperta comunque straordinaria.