Roberto Bolle, l’uomo vitruviano, l’icona di Sanremo, tra Apollo e Bolero, ritorna su Raiuno oggi il 29 aprile, Giornata Mondiale della Danza Unesco- Marianela Nuñez, stella argentina del Royal Ballet, leggerà il messaggio augurale-, con tanti amici e tanti giovani, recuperando il mancato Capodanno. Ha anticipato l’evento a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio sul 9, casa di tanti nomi top ex Rai e non si sottrae alle domande, al Ministero della Cultura, dove si annuncia la festa. Qualche elegante filo bianco sulle tempie è l’unico segno di un’età gloriosa.
Qual è il taglio di ‘Viva la danza’?
“Tutto si svolge in teatro, sul palcoscenico e negli spazi del Maggio Musicale Fiorentino, privilegiando la danza, come se gli spettatori fossero in sala, una bella abitudine per chi già frequenta i teatri e un invito per chi sarà invogliato a farlo; avrò degli amici che saranno coinvolti, come facessero parte di un documentario sulla danza; non saranno ‘ospitate’, ma ognuno avrà un ruolo nel racconto, con un tocco di ironia; Katia Follesa, direttrice di scena, Valentina Romani e Fabrizio Biggio, attori, Francesco Pannofino pure, tutti volti noti e amati del divertimento”.
Perché girare a Firenze? In vista di una nascente compagnia Firenze-Bologna diretta da Bolle, mentre Eleonora Abbagnato guiderebbe il neo-balletto Verona-Venezia? Il Ministro Sangiuliano e il Sottosegretario Mazzi, che puntano sulla danza come arte-modello, caldeggiano questi sviluppi. È così?
“Girare a Firenze, culla del Rinascimento, è stata una decisione, presa proprio con Mazzi, per valorizzare un meraviglioso teatro che ha attraversato momenti difficili e che sta ripartendo con il Sovrintendente Carlo Fuortes; è un teatro sospeso tra passato di tradizione e avanguardia, nella struttura splendida, imponente; lo useremo tutto, dal backstage alla cavea; vogliamo celebrare una sede magnifica, che deve funzionare in tutto il suo potenziale. Abbiamo già dei progetti”.
Nel parterre di super ballerini/e dello show, chi è “la” partner di Roberto Bolle stavolta?
“Elodie, che canta, mentre io ballo; ma ha la padronanza del suo corpo e sa anche muoversi molto bene”.
Rai, Ballandi, Artedanza sono uniti in questo evento di primavera. Come nasce?
“Ho deciso io liberamente il taglio dello spettacolo, per una nuova narrazione, in omaggio a un’arte, la mia, nata in Italia, da onorare e rendere popolare”.
Che spazio avranno i giovani stavolta?
“Avremo gruppi dalle guglie del Duomo di Milano e da Castel Sant’Elmo a Napoli, unendo l’Italia; ho chiamato anche Marco Masciari, Prix de Lausanne a 17 anni, che adesso è al Royal Ballet di Londra”.
Quale danza sarà di scena?
“Sarà un programma aperto a tutti i generi di danza, latino, hip hop, break, tap, tango, swing. La sigla, prodotta ad hoc da Taketo Gohato, ‘We are dancers at Heart’, interpretata da Les Pointes, è coreografata di Stefania Ballone.
L’anno prossimo è in arrivo un compleanno tondo, 50 anni; grande festa?
“È un traguardo; mi preparo psicologicamente; il tempo è un fatto soggettivo, l’allenamento quotidiano è un elisir di giovinezza e io sono carico di energie e orgoglioso di avere davanti tanti stimoli; sono felice di vivere di quello che mi piace, di poter fare nuove cose con e per la danza; da ragazzino, mai avrei pensato di arrivare fin qui, dove sono ora, per amore”.