“Il talento? E’ fondamentale, ma se non è sorretto da uno studio serio e costante può non bastare ed essere perfino controproducente. Ha presente il nos in “Fast e furios”?”. Sorride Samuel Peron, nel doppio ruolo di coach e giurato nella finalissima di Rumore Bim Festival, dove ha messo a disposizione dei ballerini presenti un’empatia e una capacità di ascolto fuori dal comune. Unite a una saggezza insospettata.
Samuel, come vede questa manifestazione?
Una grande opportunità per i giovani di individuare la migliore strada da percorrere grazie alla possibilità di confrontarsi con dei professionisti. Noi ballerini siamo come i calciatori, abbiamo una scadenza dettata dal corpo che, dopo i 35-40 anni, non risponde più come dovrebbe. Il tempo è quindi un bene prezioso che non va sciupato. Bisogna fare le cose giuste al momento giusto. E chi ha più esperienza può sicuramente dispensare buoni consigli. Rumore Bim Festival fa selezioni in tutta Italia, scopre talenti nascosti, con la possibilità anche per chi non vive nelle grandi città di affacciarsi a realtà percepite come lontane.
Ha conosciuto la Carrà?
Purtroppo no. La considero un’icona assoluta nel mondo dello spettacolo, un’indimenticabile maestra. Sono cresciuto professionalmente con Milly Carlucci, altra grande professionista, come Serena Bortone, con cui ho lavorato a Oggi è un altro giorno. Due stakanoviste, perfezioniste, le prime ad arrivare e le ultime ad andare via, puntata dopo puntata.
Presto la rivedremo in pista a Ballando con le stelle, insieme a Simona Ventura. C’è una allieva che le è rimasta nel cuore?
Ho avuto un buon feeling con tutte le mie partner, ognuna di loro mi ha insegnato qualcosa. A Ballando sono cresciuto anche umanamente, ho imparato a comportarmi con le donne. Ho debuttato con Loredana Cannata, ricordo gli inizi con grande tenerezza. Con Iva Zanicchi mi sono divertito tantissimo, in sala prove era una risata continua, uscivo con le lacrime agli occhi. E, malgrado le tensioni con la giuria, sono stato in sintonia pure con Anna Oxa.
Quali sono i suoi progetti?
Mi piace pensare di essere in evoluzione. Ho cominciato giovanissimo nel corpo di ballo di Cristina d’Avena, in Bravo Bravissimo di Mike Bongiorno e ho percorso tante tappe. Vorrei diventare un uomo di spettacolo sempre più completo. Chissà, magari anche un bravo presentatore