Castiglione della Pescaia, 26 agosto 2024 - «Sono felice, per me potrei anche smettere adesso. Come attore ho realizzato un sogno: ho interpretato un grande personaggio, recitando in inglese, con Johnny Depp come regista, e al fianco di Al Pacino. Cosa posso chiedere di più?". Lo senti davvero l’entusiasmo, nella voce di Riccardo Scamarcio, che incontriamo a margine della Festa del cinema di mare, manifestazione con ospiti importanti, ma ad alto tasso di intimità, diretta da Giovanni Veronesi. Dopo un affollatissimo incontro con il pubblico, Scamarcio ci racconta qualche dettaglio in più dell’attesissimo film internazionale di cui è protagonista. Il film ‘Modì – Three Days on the Wing of Madness’, sulla vita di Amedeo Modigliani,segna il ritorno di Johnny Depp dietro la macchina da presa 25 anni dopo The Brave . Il film avrà la sua première mondiale al festival di San Sebastian in settembre, andrà alla Festa del cinema di Roma il prossimo ottobre e uscirà nelle sale italiane il 5 dicembre prossimo.
Scamarcio, come è stato l’incontro con Johnny Depp?
"È stato pazzesco. Perché in qualche modo ci siamo riconosciuti. Io vengo da Andria, lui da una cittadina del Kentucky, tutti e due dalla provincia, proprio come Modigliani, che veniva da Livorno. In qualche modo, siamo tre outsider".
Che tipo di feeling avete instaurato?
"Con Johnny ci siamo capiti al volo: lui è un cane sciolto, uno spirito libero, uno che ha sempre fatto di testa sua. Non ha padroni, rischia sempre sulla propria pelle, e in questo un po’ mi riconosco. Amo il suo coraggio, amo la sua follia".
Una follia che era anche di Modigliani. Chi è per lei?
"Un genio, che ha lottato tutta la vita per essere riconosciuto come artista, che ha dovuto combattere contro il disinteresse di quelli che contavano nell’ambiente. Uno il cui genio è stato riconosciuto troppo tardi".
Ha avuto l’occasione di lavorare con Al Pacino…
"Sì. Dopo avere condiviso un film con Robert De Niro, Manuale d’amore 3 di Giovanni Veronesi, adesso ho recitato con Al Pacino! Ho toccato il cielo con un dito. Al Pacino che mi dà le battute… Lui interpreta Maurice Gangnat, un grande collezionista di opere d’arte. Un giorno, Johnny Depp ha riscritto tutta una scena fra noi due, venti pagine di copione. Le abbiamo imparate tutte in una notte: l’indomani, Al Pacino non ha sbagliato una sola battuta. Mostruoso".
Ci sono stati momenti di allentamento della tensione?
"Come no. Johnny Depp fa una imitazione di Marlon Brando che è fenomenale: mette su una voce, delle movenze: sembra di vederlo lì, Marlon Brando. E Johnny ha veramente lavorato con lui, era in qualche modo il suo pupillo. Per me, era come vedere Maradona che imita Pelé: rimanevo a bocca aperta".
Che tipo di film sarà Modì ?
"Un film autenticamente popolare, drammatico ma con momenti di commedia, che racconta un orgoglio italiano, un artista straordinario, in un modo per cui tutti possano comprenderlo e amarlo. È un grande film internazionale, con un cuore italiano: perché racconta la vita di un grande artista di casa nostra attraverso la mia interpretazione, e anche con la partecipazione di una bravissima Luisa Ranieri".
Lei ha lavorato con tanti registi importanti, come si mantiene l’equilibrio, con tutto il successo che ne consegue?
"Forse proprio perché non faccio soltanto l’attore: sono anche un agricoltore, e questo mi tiene ben saldo a terra. Giovanni Veronesi mi definisce “zappattore“: lui ci ride, ma in fondo è una cosa vera. Il fatto di avere un rapporto con la natura mi salva, mi ha dato una dimensione concreta con la vita".
Questo festival si richiama al mare. Il mare, un’altra dimensione che le appartiene…
"In effetti, c’è un rituale che faccio ogni anno, a Polignano a mare, ad ogni primo bagno della stagione. Mi tuffo e dico: Non mi avrete mai. E in fondo, in questo grido c’è qualcosa che sento profondamente".